Gli antistaminici, l’immunoterapia e la scelta di razze “ipoallergeniche”
L’allergia generata dalla vicinanza di cani e gatti colpisce molte persone. Nello specifico consiste in una reazione eccessiva del sistema immunitario a particolari proteine (allergeni) prodotte dalle ghiandole sebacee e salivari che si concentrano nel pelo, nella saliva, sulla pelle e nell’urina dell’animale. I sintomi consistono per lo più in disturbi respiratori: naso che cola, starnuti, prurito alla gola, occhi arrossati e lucidi; nei casi più gravi si possono avere dei veri e propri attacchi di asma. Se si ha un contatto fisico diretto possono emergere anche delle reazioni cutanee nella zona interessata. Il sospetto dell’allergia deve essere sempre confermato da appositi test allergologici. La prassi per combattere il disturbo prevede, se si ha un animale in casa, come prima soluzione, il suo allontanamento dall’ambiente domestico, pratica che viene in genere scartata a priori per l’amore che si nutre verso di esso. In secondo luogo si può intervenire con farmaci che aiutano ad alleviare i sintomi come antistaminici, spray nasali, colliri o cortisonici. In terzo luogo si può intraprendere un’immunoterapia, questa non consiste in un “vaccino”, come molti dicono, ma in un trattamento che ha la durata di diversi anni e prevede la progressiva esposizione del corpo agli allergeni al fine di addestrarlo ad entrare in contatto con essi e ridurre così la reazione immunitaria eccessiva che scatena. Una possibile soluzione per chi sa di avere questa allergia ma vuole comunque avere un animale in casa è quella di fare riferimento a delle razze di cani e gatti considerate ipoallergeniche perché tendono a produrre e rilasciare nell’ambiente attraverso il pelo meno allergeni rispetto le altre.
Glenda Oddi