Al via un nuovo Pollaio Sociale con musica di sottofondo

Come partecipare alla raccolta fondi.

L’esperimento di successo del “Pollaio Sociale”, a cui abbiamo già dedicato un articolo visibile con un click qui, ha aperto la strada per realtà parallele in altre aree geografiche. E’ questo il caso della cooperativa sociale L’Arco che, in collaborazione con il centro aggregativoSpazio4.0, si sta incaricando di portare un nuovo “Pollaio Sociale” questa volta nella città di Piacenza. Stando alle prime indiscrezioni trapelate in rete, il pollaio sorgerà nell’area verde di Spazio 4.0. 

A tal fine è partita la raccolta fondi con l’obiettivo da raggiungere di 20.000 euro. Ad oggi sono stati superati i 18.000 euro con all’attivo oltre 125 sostenitori, tra cui Credit Agricole e le Fondazioni con una contribuzione di quasi 9500 euro. Per eventuali donazioni questo è il link utile . Il progetto, come si ricorderà, prevede la possibilità di adottare una gallina ovaiola e, con essa, il diritto al ritiro settimanale della propria razione di uova fresche. E al contempo si dà la possibilità di collocare persone con fragilità che si occuperanno del pollaio dietro la supervisione di operatori. Un’idea dunque che combina la dimensione ecologica con l’innovazione sociale. 

Citando testualmente “si tratterà di un progetto ecologico e di innovazione sociale in cui mondi diversi entreranno in contatto per diffondere valori quali il rispetto per la natura, l’inclusione sociale e l’importanza del cibo di qualità”. Val infatti la pena di ricordare che alle galline saranno garantite condizioni di benessere in quanto libere di razzolare, nutrirsi di verdure fresche integrate con mangimi con la musica di Bach in filodiffusione per evitare stress e ritmi forsennati per le persone e gli animali. E si sa che quando gli animali vivono in condizioni salutari, i benefici effetti si riflettono anche sui prodotti che da loro provengono. Le uova che quindi usciranno da questi pollai innovativi saranno per ovvi motivi di qualità superiore e pure a costi accessibili.

  Di Maria Teresa Biscarini

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