Al via il Giubileo 2025

by Bruno Cimino

Il 13 maggio 2024 avevamo pubblicato alcune anticipazioni sull’evento dell’Anno Santo che inizierà il prossimo 24 dicembre. Ci eravamo soffermati sulla ‘preparazione del look urbano’ della città Eterna ad accogliere i 32 milioni di pellegrini (che nel frattempo sembra siano aumentati a 39), che inonderanno Vaticano e dintorni, chiudendo il nostro articolo con i disagi che si sarebbero incontrati per i lavori in corso, citando la massima di Italo Calvino “ll meglio che ci si può aspettare è di evitare il peggio”.

A distanza di sei mesi circa questi lavori, a strade, piazze, viabilità ecc., dovrebbero essere al fotofinish e quello che è fatto è fatto. Work in progress il rimanente.

Dunque, come anticipato nel primo articolo, ora continuiamo ad interessarci su tutto ciò che dona significato a questo evento.

Sul termine “giubileo” concordiamo con quegli studiosi che fanno risalire l’etimo al verbo greco iazein, il cui significato è “chiamare a gran voce”. Tuttavia, la maggior parte preferisce accostarlo al latino (annus) iubilaeus, dal greco iobelaîos e all’ebraico yōbēl. Entrambi i casi ci conducono a dettami religiosi che risalgono al Vecchio Testamento, poi, rivisti, corretti e innanzitutto adattati alle necessità dei tempi e alle culture fideiste che hanno deciso di adottarli. Tutto questo per dire, in sintesi, che siamo lontani da ciò che recita il Levitico: «Conterai sette Shabbat di anni: sette volte sette anni; questi sette Shabbat di anni faranno per te un periodo di quarantanove anni» … E poi la metafora dello squillo di tromba, l’Espiazione, eccetera.

Per i cattolici, in particolare, tale ricorrenza, che viene definita Anno Santo, è stata istituita nel 1300 da papa Bonifacio VIII, ed è intesa come un’offerta ai fedeli che vi partecipano con il pellegrinaggio alle basiliche romane e ricevere l’indulgenza plenaria. 

In altri termini il Giubileo è l’anno della remissione dei peccati, della riconciliazione, della conversione e della penitenza sacramentale.

Sempre per i cattolici, la ricorrenza del giubileo sarebbe ogni venticinque anni, il condizionale è d’obbligo perché ci può essere quello straordinario e innanzitutto poiché tale decisione dipende dal Papa di turno. 

Nel divenire dell’esistenza abbiamo imparato che tutto si evolve e che niente o quasi rimane radicato a ciò che ne ha determinato l’origine. Questo vale anche per le tradizioni più importanti (purtroppo o meno male sono delle varianti), che per vari motivi si assoggettano a metamorfosi.

Sui contenuti dell’evento, oltre a quelli spirituali, ruota il valore della ricorrenza. 

A sostegno delle finalità promosse e auspicate, possiamo dire che dal 24 dicembre 2024 al 25 dicembre 2025 il programma, che coinvolge tantissime realtà, offre molte iniziative le cui attenzioni particolari dovrebbe essere rivolte a quelle spirituali.

L’inizio solenne è dedicato alle aperture delle Porte Sante: S. Pietro il 24 dicembre, S. Giovanni in Laterano il 29 dicembre e, per quest’anno, quella del carcere di Rebibbia il 26 dicembre, si procede, quindi, tenendo presente le date del programma, con il Giubileo del mondo della Comunicazione, un’occasione per riflettere sul ruolo della comunicazione nel mondo contemporaneo; si continua con il Giubileo delle Forze Armate, di Polizia e di Sicurezza, e a seguire il Giubileo dei Poveri, quello dei Detenuti, quello degli Artisti; di sicura partecipazione saranno i pellegrinaggi in Italia e all’estero. 

Per dodici mesi, insomma, un fitto programma calamiterà l’interesse di tutti coloro che in qualche modo si sentiranno legati a questo evento.

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