Agricoltura, nuova frontiera economica del XXI secolo

La Commissione Europea presenta le strategie del Green Deal sull’economia circolare, la biodiversità e “farm to fork”. Su questi sentieri saranno disegnate le prossime politiche per il settore primario le quali, nelle intenzioni di Bruxelles, disporranno nel periodo 2021-2027 di 402 miliardi di euro.

L’agricoltura del XXI secolo presenta un nuovo orizzonte per adeguarsi alle nuove frontiere dell’economia green. A presentare le novità dell’asset economico è la Commissione Europea con le strategie del Green Deal sull’economia circolare, la biodiversità e “farm to fork”. Sono proprio questi i sentieri obbligati sui quali saranno disegnate le prossime politiche per il settore primario le quali, nelle intenzioni di Bruxelles, disporranno nel periodo 2021-2027 di 402 miliardi di euro (compresi i 45 in dote al nuovo strumento di rilancio economico Next Generation EU), dei quali 348 a favore della nuova PAC. Con queste proposte l’Europa è pronta a scommettere sull’agricoltura come asset economico di crescita del Paese. La parola d’ordine diventa sostenibilità.

Analisi del settore
Nell’ambito dell’iniziativa AgriCOMMUNITY, Nomisma – con la collaborazione di Edagricole – ha realizzato un’indagine diretta, che ha coinvolto all’inizio del 2020 oltre 1.000 imprese agricole italiane avanzate (con una SAU media di 63 ettari). «Gli orientamenti europei per un’agricoltura sostenibile – si legge nel Rapporto – prevedono significativi obiettivi di riduzione d’impiego degli input chimici (agrofarmaci e fertilizzanti) entro il 2030, con un parallelo incentivo alla crescita dei sistemi di produzioni biologica, che dovrebbero coinvolgere almeno il 25% della superficie agricola. Poco meno di un quarto delle imprese avanzate del campione AgriCOMMUNITY ha adottato il sistema di coltivazione biologica, con un’incidenza sulla propria superficie agricola pari al 18%, alcuni punti percentuali al di sopra della media nazionale (15%). Analogamente il 24% delle imprese adotta sistemi di produzione integrata (con un peso sulla superficie agricola pari al 18%). Anche in questo caso sono realtà attente alla sostenibilità, ma non menzionate nei documenti della Commissione. Sebbene sia prevista una contrazione dell’uso degli input chimici, in una logica di salvaguardia della produttività dell’impresa e quindi della sua competitività, l’utilizzo dei mezzi tecnici – non solo fertilizzanti e agrofarmaci, ma anche mangimi e sementi certificate – è ritenuto importante da un ampio numero di imprese del campione, sempre superiore ai due terzi».

Tecnologie dell’agricoltura 4.0
È utile evidenziare le potenzialità di una maggiore diffusione delle tecnologie dell’agricoltura 4.0. «Appena il 24% delle imprese agricole avanzate intervistate – si legge nel Rapporto – dispone di un parco macchine con un’età media inferiore ai dieci anni e solo un ristretto numero di esse possiede macchine con sistemi di guida assistita/semi-automatica/GPS integrato (13%), di applicazione a dosaggio variabile (6%) o altre tecnologie come centraline meteo o sensori (rispettivamente 11% e 4%.)».

Più investimenti
Serve un forte slancio in avanti, ottenibile attraverso investimenti diretti delle imprese, grazie al supporto del mondo del contoterzismo, il quale può fornire risposte a quella parte del tessuto produttivo di più piccole dimensioni, per le quali l’acquisto di queste tecnologie non sarebbe economicamente giustificato. «Per quanto riguardano le tecnologie, l’attenzione va posta – si legge sempre nel Rapporto – anche sull’adozione di sistemi irrigui a risparmio idrico, presenti nel 64% delle imprese agricole avanzate e fra queste solo per il 30% con sistemi a risparmio idrico (Irrigazione localizzata e micro-irrigazione superficiale, subirrigazione). Un altro fronte riguarda quello delle energie rinnovabili, fortemente sostenute dalla Commissione, che sono presenti in circa un terzo delle imprese del campione AgriCOMMUNITY, ed in gran parte fanno riferimento al fotovoltaico».

Francesco Fravolini

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