E’ passata la notte di San Giovanni e se avete visto le tradizioni per questa notte che ci sono sul web vi sarete senz’altro imbattuti nella cosiddetta acqua di San Giovanni, ma vediamo cos’è e come si prepara.
Per l’antica tradizione contadina la notte di San Giovanni è legata alla festa del solstizio d’estate che cade il 21 giugno, il giorno più lungo dell’anno dove la natura è considerata al suo massimo splendore.
In questa notte i contadini svolgono o svolgevano degli atti propiziatori per evitare eventi metereologici sfavorevoli come siccità e temporali oppure le malattie delle piante.
Tra le varie tradizioni sicuramente c’è l’acqua di San Giovanni, una bacinella piena di acqua dove vengono messi fiori ed erbe spontanee e che viene lasciata esposta ai raggi della luna e della rugiada per far assorbire loro tutta la forza dei raggi lunari e della rugiada stessa.
Al mattino l’acqua può essere usata per lavarsi viso e mani ottenendo così una delicata fragranza sulla pelle e una richiesta di prosperità e salute per tutto l’anno successivo.
Inoltre secondo la tradizione contadina l’acqua di San Giovanni allontanava le calamità e portava purificazione e prosperità al raccolto.
Ma vediamo come si prepara.
Per prima cosa le erbe andrebbero raccolte al tramonto e il recipiente dovrebbe essere di vetro o di rame.
Ma cosa raccogliere? Le erbe raccomandate sono: iperico, lavanda, artemisia, malva, menta, timo, salvia, rosmarino, alloro, calendula, valeriana, avena, finocchio selvatico, rosa, papavero, melissa, fiordaliso, camomilla, ruta, assenzio e sambuco.