Abu Simbel è un sito archeologico dell’Egitto che si trova nel governatorato di Assuan, nell’Egitto meridionale. E’ una delle mete più gettonate quando si visita quella terra proprio per gli enormi templi in roccia dedicati al Faraone Ramses II che ivi si trovano.
Esso è composto principalmente da due enormi templi in roccia detti templi rupestri perché ricavati dal fianco della montagna che Ramses fece eleggere per spaventare i vicini Nubiani e per commemorare la vittoria nella Battaglia di Qadesh.
Fu scoperto nel 1813 e nel 1817 l’archeologo italiano Giovanni Battista Belzoni fu il primo a violarlo. Nel 1979 l’Unesco lo ha riconosciuto patrimonio dell’umanità.
La sua costruzione iniziò nel 26esimo anno del regno del faraone Ramses in occasione del suo secondo giubileo, ed aveva la funzione di divinizzare se stesso.
Tra tutti i monumenti che Ramses II ha fatto erigere questo è senza dubbio considerato il più imponente ed il più bello. Sulla sua facciata alta 33 metri e larga 38 compaiono le quattro statue del faraone ognuna delle quali era alta 20 metri e in ognuna di esse Ramses indossa la corona dell’alto e basso Egitto, il copricapo chiamato nemes ed il cobra reale.
Al fianco di queste statue ve ne sono altre più piccole che raffigurano la madre e la moglie mentre tra le gambe vi sono alcuni dei suoi figli.
Sul frontone del tempio sono raffigurate 14 statue di babbuini che guardano dove sorge il sole per poterlo adorare.
Una delle statue del faraone è rimasta senza testa a seguito di un terremoto ed è rimasta ai piedi della statua.
Benedetta Giovannetti