A tutta Birra in Etruria: Sacrofano

“Pensare globalmente agire localmente”

Dal remoto al recente, nel viaggio di questa bevanda cara agli dei quanto agli intenditori, nel nome di birrai che dai tempi ancestrali, ancor oggi danno spazio alla maestranza. Si punta a raffinare il palato attraverso la birra e le pietanze che ben ci si sposano, ad esempio i formaggi.

Scientificamente provato dagli studi di archeologia ed epigrafici , la birra fece il suo primo ingresso 5.000 anni fa presso i Sumeri e in una tavoletta rinvenuta nell’area della Mezzaluna Fertile, si arguisce la rappresentazione di un mastro birraio.

Oggi, tale mestiere, molto in voga anche in Italia, vede tanti birrifici artigianali.

Il Lazio non ne è fuori, in piena Etruria è l’edizione di “Sacrofano a tutta birra” che ha visto in piazza vari birrai: Itineris, Bravehop, Alta Quota, Terre di FaulBoerboel, Birrificio Ciovciaro, Ritual Lab, Birrificio Lepino, Birrificio Fiorucci.

Organizzata dall’Associazione SiAmo Sacrofano coadiuvata dalla PROLOCO SACROFANO e Comitato delle Contrade del Palio della Stella, l’ente sulle tecniche e le specifiche della produzione presso queste aziende a portata di un pubblico curioso, è un evento riuscito anche per numero di passaggi.

Aperte le danze presso la sede del Parco Regionale del Veio, in cattedra anche Alchimista Lactis con  prodotti del suo caseificio.

Alchimia anche tra gli antichi dove la birra aveva anche scopi rituali, come per l’antica Roma il vino.

Dall’Asia al Medio Oriente, nell’Antico Egitto, ingrediente principale è l’orzo germinato e cotto da cui si ricavava il malto, spelta non messa fuori, birra bevanda nazionale.

In terra ellenica in occasione delle feste dedicate alla Dea Madre Demetra, la birra era di gran uso.

Non si sa come presero l’usanza gli Etruschi che la trasferirono anche ai romani che raffinarono la loro abitudine ad usarla, Gneo Giulio Agricola Governatore della Bretannia, di ritorno a Roma (83 d.C.) portò seco tre birrai, innaugurando il primo pub italico.

Nei secoli successivi i più accaniti bevitori furono i popoli germanici ed I Celti, dove vigevano leggende e rituali religiosi, richiamanti la bevanda.

I secondi stanziati soprattutto in Irlanda, dove narra la leggenda che alcune creature mostruose dovevano la loro immortalità grazie la segreto di ricette riguardanti la cervogia.

Nel Medioevo la lavorazione spettò ai monaci che introdussero il luppolo unito ad erbe, spezie ed altri aromi.

I monasteri gernanici i maggiori produttori, anche le suore partecipavano alla lavorazione come ad esempio nella prima birreria monastica in un’abazia nei pressi di Monaco di Baviera.

Proprio in Baviera il primo Oktoberfest, oggi divenuto l’evento di settore più famoso al mondo; vi erano però limitazioni nella produzione: 1516 promulgato il Reinheitsgebot meglio conosciuto come l’editto sulla purezza (verosimilmente tra le prime regolamentazioni per sicurezze igienico-sanitarie),gli ingredienti solo malto d’orzo, acqua e luppolo.

Nel tempo, passando anche per paesi anglofani, la tradizione di produrre birra, giunge nel nostro paese.

L’iniziativa di Sacrofano ha voluto calcare la mano proprio su questo: anche il Lazio può vantare di numerosi birrifici artigianali che partendo da una costume remoto, oggi al di là delle fermentazioni tradizionali e componenti classici, danno sfogo alla fantasia di numerosi mastri che con grande invettiva, incrementano il mercato; da esperimento a prodotti di nicchia.
Luoghi comuni vedono questi eventi fuori dalla Baviera, come imitazioni di una globalizzazione dirompente, in realtà dal punto di vista antropologico, sono da riferirsi ad una circolazione culturale che affina il risultato, a seconda del luogo in cui giunge. 

Sacrofano “patria” degli equini per antonomasia, , potrebbe però mutuare a piè pari, l’usanza di Monaco iniziata nel 1810 (con varie cesure storiche) che vedeva allestita una pista per la corsa dei cavalli e lotterie il ricavato dei quali, era destinato a famiglie meno abbienti.

Doveroso richiamo alla natura di questi eventi dove l’unica “politica” in gioco, affiancare a grandi richiami goliardici, cospicuo fervore che promuova startup, assicuri socializzazione, garantisca integrazione sociale nel nome di una cittadinanza attiva e partecipata (Auspicio per rendere realtà lo sviluppo sostenibile attraverso l’Agenda 21 locale “Pensare globalmente agire localmente”).   

By laura tenuta

Articoli simili

Sociale, nasce ‘Casa Arca Varese’

Come diventare agente immobiliare

ADI Design Museum ospita la boutique solidale di CBM Italia