90 anni fa iniziava la carriera di Ella Fitzgerald

Ella Fitzgerald si esibì in pubblico per la prima volta nel 1934

Novant’anni fa iniziava la carriera della “First Lady” della canzone internazionale; parliamo di Ella Fitzgerald, che nel 1934 debuttò davanti ad un pubblico, al Teatro Apollo di New York., partecipando ad una competizione di giovani talenti della canzone e del ballo. Aveva 17 anni, infatti nacque il 25 aprile 1917, nello stato della Virginia, a Newport News. La sua non fu un’infanzia felice, quando era ancora piccola, i genitori si separarono, Ella rimase con la madre in un contesto sociale difficile. Nel 1920 la Fitzgerald, con la madre e il nuovo compagno di quest’ultima, si trasferisce nello stato di New York, dove poco dopo il loro arrivo nasce la sorellastra.

Ancora ragazzina viene “rapita” dalle qualità del ballerino Earl Tucker, soprannominato “fianco di serpente”, per le sue movenze sinuose posizionando il baricento all’altezza dell’anca. Per Ella quel ballerino fu la scintilla che le fece pensare che fosse la musica l’arte da seguire. La sua era una famiglia di fede evangelica metodista e fu proprio in questo contesto che la futura regina del Jazz inizia ad imparare le prime nozioni di canto e di conoscenza della musica. Luis Armstrong, Bing Crosby e le sorelle Boswell, furono le tre entità artistiche che fecero innamorare Ella dello Swing e del  Jazz. La morte della madre, avvenuta quando la Fitzgerald aveva soli quindici anni, portò quest’ultima, pur nel forte dolore, a ricercare una vita indiopendente, anche perchè conobbe la povertà e la comunità per minorenni. Fu così che si avvicinò attivamente alla canzone, fino a raggiungere quel 1934 già citato. Ella è stata la cantate Jazz più popolare in Usa, per oltre mezzo secolo. Ha vinto tredici Gremmy Awards, vendendo oltre quaranta milioni di dischi.

Ciò che rendeva unica l’arte canora di questa interprete era la flessibilità e l’ampiezza della voce, dando vita a virtuosismi inarrivabili. Ha lavorato con i più grandi del Jazz, da Duke Ellington a Count Basie, da Frank Sinatra a Benny Goodman. Poi c’è il pubblico: il suo svariava tra tutte le classi sociali, ricchi e poveri, neri e bianchi, esperti di musica e semplici appassionati. Poi c’era l’attivismo della Fitgerald in difesa dei più deboli, dei neri e delle persone che lottavano per il riconoscimento di diritti inalienabili.

Tornando a quel 1934, che diede il via alla carriera artistica di questa donna, c’è da dire che Ella acquisì il diritto ad esibirsi nella “Notte amatoriale”, con l’intenzione di proporre una prova di ballo. Ma, prima della sua esibizione, danzorono delle formidabili ballerine e, nel legittimo timore di non riusciere a reggere il confronto con chi l’aveva preceduta, all’ultimo decise di esibirsi come cantate intrerpretando il brano “Judy” di Hoagy Carmichael. Fu un successo clamoroso, il pubblico chiese alla Fitzgerald il bis e lei propose “The object of may affections”, delle Boroswell Sisters. “Da quel momento presi la decisione di voler cantare davanti alla gente per il resto della mia vita”, confidò in un’intervista degli anni sessanta. Infatti la sua carriera e il suo successo andarono veloci e sempre più spediti, come una biglia su un piano inclinato, lungo cinquatotto anni, fino al 1992, quando l’artista registrò il suo ultimo album; poi il diabete la sconfisse ed Ella morì il 15 giugno 1996. “Every time we say goodbye”, “Anythings gooes”, “My Romance”, “It ain’t necessly so”, “The man I love”, “Blue skies” e “Summertime”, sono solo alcune degli straordinari capolavori cantati dalla Fitzgerald, che alla fine della sua carriera conterà 32 singoli, 53 album in studio, 23 album live, più sei postumi. 

Poi si contino innumerevoli partecipazioni a trasmissioni TV e la recitazione in tre film per il grande schermo.   

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