1. Il monastero di Shaolin è una parte così integrale della cultura cinese che le persone sono spesso sorprese nell’apprendere che il suo fondatore non era cinese. Si tratta di Batuo o Buddhabhadra, un monaco errante buddista dall’India che è arrivato nel regno Wei del Nord intorno al 464 d.C.
Egli ha predicato per diversi decenni in questo luogo, prima che l’imperatore Xiaowen ordinasse la costruzione del monastero di Shaolin sul Monte Song, in quell che oggi è la provincia di Henan, e fece di Batuo il suo primo abate. Anche se le fonti sono rare, sembra che la principale attività all’inizio del tempio fosse la traduzione di testi buddisti in cinese. Con lui i monaci seguirono la scuola buddista Hinayana, fu solo con l’avvento di Bodhidharma, un altro monaco indiano, che il monastero si convertì al buddismo Chan (Zen), che i monaci seguono ancora oggi.
2. Shaolin non è l’unico e non è stato il primo monastero ad avere monaci combattenti. All’origine era un pacifico centro di apprendimento, solo con l’arrivo del già citato Bodhidharma (V-VI secolo d.C.) i monaci Shaolin iniziarono ad allenare le loro abilità di combattimento, anche se i primi registri sulle arti marziali di Shaolin risalgono al XIV secolo. Oltre a questo monastero nel mondo ne esistono molti altri come i Naga Sadhus in India, i monaci buddisti coreani del Bool Kyo Mu Sool e in Giappone i Sohei: senza dimenticare i monaci guerrieri sotto il comando del Dalai Lama in Tibet.
3. Esiste un detto che dice: “tutte le arti marziali sotto il cielo sono nate da Shaolin”. Però non sembra essere la verità storica. Come detto infatti i monaci iniziarono a specializzarsi in combattimenti con il lungo bastone (loro arma caratteristica) durante il XII secolo, pur avendo preso parte a battaglie per la dinastia Tang (618-907 d.C.), ma in quel tempo non ci sono prove che avessero sviluppato una loro forma propria di combattimento. La storia del kung fu invece può essere fatta risalire tra l’800 e il 500 a.C. in base agli “Annali di primavera e autunno” dove si parla di arti marziali “dure” e “morbide”, una caratteristica che ancora oggi è alla base della filosofia del kung fu.
4. I monaci aiutarono a fondare una dinastia imperiale. Dopo la fine della dinastia Sui (581-618 d.C.) due generali si contesero l’impero dopo l’assassinio del precedente imperatore. Wang Shichon, ex generale dei Sui, occupò un territorio di proprietà del tempio Shaolin. Con l’aiuto Li Shimin, figlio dell’altro contendente Li Yuan, i monaci attaccarono l’esercito di Wang Shichong e lo sconfissero. I Tang consolidarono la loro presa sulla Cina e così avvenne anche per Shaolin che da allora fu tenuto sempre in grande considerazione.
5. La leggenda alla base della bevanda più amata della Cina ha come protagonista lo stesso Bodhidharma di cui abbiamo già parlato. Il monaco indiano stette per 9 anni senza mangiare né bere in profonda meditazione in una grotta nei pressi del tempio Shaolin con gli occhi ben aperti. Anni dopo volle tentare l’impresa, ma fu colto da sonno. Arrabbiato per la sua mancanza di disciplina il monaco di tagliò le palpebre in modo da poter chiudere gli occhi. Dal terreno dove esse caddero nacque una pianta dalle foglie che lo aiutarono a restare sveglio. Ecco perché le foglie di tè hanno la forma di palpebre appassite.
6. Durante la storia, i monaci Shaolin furono spesso arruolati per combattere. Importante fu il loro aiuto nel 1553, quando i “pirati nani” del Giappone attaccarono la città portuale di Hangzhou, causando centinaia di morti. Dopo quattro battaglie che si conclusero in un sostanziale stallo per i monaci, la battaglia decisiva di Wengjiagang, li vide vincitori in maniera netta e anche cruenta, dato che uccisero tutti i pirati e il loro seguito.
7. Lo stesso George Lucas ha più volte ammesso che una delle principali ispirazioni per i cavalieri Jedi dei suoi film “Star Wars” sono i monaci Shaolin. Il concetto di “Forze” onnicomprensiva all’interno di ogni essere vivente per esempio, è paragonabile al concetto di “Chi”. Infatti i monaci leggendari Shaolin attribuiscono la loro abilità fisica sovrumana al controllo e alla manipolazione del Chi, proprio come i Jedi con la Forza. Lo stile di combattimento della spada laser ricorda fortemente le tecniche acrobatiche dei monaci nell’utilizzo del loro bastone e stesso discorso per l’astinenza dai piacere terreni, il distacco emotivo e il semi-pacifismo (usando la forza solo se assolutamente necessario) sono credenze buddiste. Ci sono anche forti somiglianze tra il retroscena dell’Ordine Jedi e la storia del Tempio Shaolin. La lotta di potere tra l’Ordine Jedi e l’imperatore Palpatine ricorda il conflitto di Shaolin con gli imperatori della dinastia Qing. In Revenge of the Sith, Palpatine ordina ad Anakin Skywalker di attaccare il Tempio Jedi e massacrare i giovani che si allenano lì. Shaolin ebbe un destino simile quando l’imperatore Qing ordinò la distruzione del tempio e il massacro dei suoi abitanti, compresi i bambini.
Riccardo Pallotta