«È un periodo buio, stanco e spento e la luce del sole fatica a scorgersi da lontano. David lo sa da tempo ma, al pari di tanti altri come lui, non ha il coraggio di agire, di mettersi in gioco». Così inizia (15) il romanzo d’esordio di Luigi Pucci, edito da Aletti Editore. Il libro racconta la storia di David, un biologo alquanto anonimo, che ad un certo punto della sua vita ha la possibilità di cambiare sé stesso e il mondo. David ha una vita mediocre, fatta di solo lavoro, poiché i rapporti sociali sono ridotti al minimo, se non inesistenti totalmente. Le cose cambiano notevolmente quando nella sua esistenza capita Kristina, di cui si innamora all’istante, ma che perde di vista. Quando ormai David si è arreso all’idea che non rivedrà più la donna, una serie di strane situazioni lo porteranno a vivere giorni di pura avventura. In realtà David non sta facendo altro che dare corso ad un destino che per lui, in qualche modo, è già stato scritto, non gli resta altro che scegliere di chiudere gli occhi o accettare di rinascere a nuova vita. Dopo una serie di prove a cui David viene sottoposto, entra in contatto con una antica e misteriosa setta di illuminati, gli Ayaqiz, che lo condurranno sulla via del bene e a trovare la vera illuminazione.
Il romanzo colpisce subito l’attenzione del lettore, che è totalmente preso dalle bizzarre situazioni in cui il protagonista si trova praticamente fin da subito. Viene catapultato su aerei, trattato come una spia, proverà stupore, paura, sbigottimento, ma tutto questo è parte di un percorso iniziatico, che lo condurrà all’illuminazione, ovvero uno stadio dell’animo che è volto al bene. Passerà attraverso l’insegnamento di maestri, di civiltà scomparse, ma che celano un sapere immenso, fino a far entrare dentro di sé la conoscenza vera. David è un predestinato e ben presto accetterà il ruolo di colui che può cambiare le cose: «Un solo gesto può essere d’ispirazione per una moltitudine di uomini, che aspetta solo questo. Aspetta solo che arrivi il prescelto a scuotere le menti dei potenti, per dare la possibilità a tanti altri di svegliarsi dal torpore del passato». La vita pone l’essere umano dinanzi a delle scelte; non sempre si ha la consapevolezza della portata di queste scelte, ma se questo può cambiare l’esistenza degli altri, allora la scelta non può che essere una sola, perché non ha senso «un’eternità non vissuta, un passato abbandonato a sé stesso, abbandonato alla possibilità di cambiare» e nemmeno lasciare intentata la possibilità «di cambiare un presente che, un domani, potrebbe essere il presente delle persone che ami, coloro i quali vorresti che abbiano solo il meglio, solo ciò che la tua mente e il tuo cuore sentono giusto». David compie la sua scelta che, seppur predestinato, non è scontata e attraverso il suo percorso iniziatico, l’autore ci suggerisce di vivere una esistenza piena, vigile e attenta a ciò che nella vita conta veramente, ovvero il bene e gli affetti.
a cura di Amalia Capasso