Progetti condivisi per la salute mentale


Progetti condivisi per la salute mentale: i servizi specialistici e la medicina del territorio è il titolo del convegno promosso dall’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Campobasso. Il tema è particolarmente impegnativo. Infatti, le sfide che deve affrontare la psichiatria (e più in generale la tutela della Salute Mentale) richiedono aggiornamenti continui: i pazienti affetti da doppie diagnosi (quindi la presenza di disturbi psichiatrici con assunzione di sostanze stupefacenti, alcool, farmaci), l’adolescenza critica, i dimessi dagli Ospedali psichiatrici giudiziari (quelli comunemente conosciuti come “manicomi criminali”), i giovani affetti da disturbi alimentari. Tali programmi vedono impegnate, in misura sempre maggiore, tutte le professionalità presenti in un Centro di Salute Mentale e in un Reparto di Psichiatria: medici, psicologi, assistenti sociali, infermieri; ma richiedono sempre maggiori sinergie con la Medicina Generale i Servizi Socio-sanitari del territorio.Il Piano di Azione Nazionale per la Salute Mentale (PANSM) rappresenta attualmente l’alveo nel quale si devono incanalare tutti i programmi per la salute mentale, che in gergo tecnico si sostanziano nella costruzione del Progetto Terapeutico Individualizzato. Emerge chiaramente che il settore sanitario da solo non può fornire tutti i servizi necessari e non può rispondere a tutti i bisogni per la promozione della salute mentale e la prevenzione dei disturbi psichici. Inoltre l’area dell’infanzia e dell’adolescenza richiede formazione, competenze e modelli di intervento multiprofessionali specifici. Si rende pertanto necessario che i percorsi di cura debbano essere realizzati sia da parte dei servizi specialistici per la salute mentale, sia attraverso l’integrazione con la rete dei servizi sanitari, sociali e educativi, formali e informali, istituzionali e non, presenti sul territorio. Fondamentalmente sono due i princìpi guida da applicare: privilegiare la metodologia del “partire dal basso”, valorizzando le buone pratiche esistenti a livello locale; assumere come cornice di riferimento la psichiatria e la neuropsichiatria infantile di comunità, promuovendo e rilanciando il lavoro nel territorio. La giornata di studio è stata tarata per aprire nuove prospettive di gestione dei portatori di disagio psichico, nel rispetto della persona e delle sue problematiche, legate direttamente al disturbo, così come  alle difficoltà di integrazione sociale, quasi sempre presenti nel contesto di appartenenza.

Stefano Venditti

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