Venezia è sempre stata una città in bilico. In bilico tra la natura che la vuole abbattere e la corruzione politica che non si preoccupa della cosa. E, in questo braccio di ferro letale, peggiorato dal cambiamento climatico, il clima delle ultime settimane di novembre è stato implacabile.
Uno scenario apocalittico che è anche uno degli scenari de L’Isola dei Fucili, l’ultimo romanzo di Amitav Ghosh, presentato proprio nello stesso periodo del disastro veneziano.
Al centro del romanzo ci sono Giacinta Schiavon, famosa studiosa di storia veneziana, e la chiesa di Santa Maria della Salute, eretta a Venezia dopo la pestilenza del XVII secolo. Durante Bookcity, Gosh ha dichiarato:
“È come un grido che viene dal passato e ci ricorda la fragilità della condizione umana […] In quegli stessi anni del ‘600 si assisteva a una ‘piccola era glaciale’, con fenomeni atmosferici estremi. Noi uomini attuali abbiamo un atteggiamento molto più arrogante, non ci verrebbe mai in mente di erigere un monumento dopo l’acqua alta di questi giorni“.
L’ambiente è sempre stato un tema caro allo scrittore, tanto che si dice un ammiratore della rabbia di Greta Thunberg, insieme alle migrazione, tema che affronta anche nel suo nuovo romanzo, una serie di coincidenze strane che legano il suo romanzo alla realtà, come lui stesso ammette:
“Da quando ho finito di scriverlo, mi sono successe diverse esperienze strane. Come se avessi avuto dei presagi, non solo l’acqua alta a Venezia, anche l’incendio al Getty museum e persino i ragni velenosi, sempre a Venezia. Forse mi sono un po’ troppo immedesimato nelle visioni della mia storica”.
Domenico Attianese