Un disastro climatico verificatosi perché i boschi erano costituiti esclusivamente da abeti rossi, alberi che un tempo erano una colonna portante degli ecosistemi forestali
Ambiente a rischio. «Cinque anni fa – si legge nella Ricerca realizzata da 3Bee – le regioni italiane del Nord-Est, in particolare Veneto, Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia, furono colpite da uno dei cicloni più devastanti degli ultimi decenni: la Tempesta Vaia. L’origine del nome risale a Vaia Jakobs, la manager di una multinazionale tedesca, alla quale il fratello aveva voluto regalare il nome di un evento climatico estremo, senza sapere quale sarebbe stato. Purtroppo, dietro a questo nome, si nasconde una realtà più drammatica: in 30 minuti, 15 milioni di alberi vennero abbattuti dalle forti raffiche di vento fino a 190-200 km/h. Un disastro climatico causato perché i boschi erano costituiti esclusivamente da abeti rossi, alberi che un tempo erano una colonna portante degli ecosistemi forestali e che, di fronte a un evento climatico di questa portata, si sono rivelati vulnerabili, spezzandosi come stuzzicadenti».
Il video testimonianza
Ed è proprio in questo contesto che 3Bee, azienda leader in climate tech, ha dedicato la seconda puntata di “The Great Meltdown 2” proprio alla Tempesta Vaia, raccontando la necessità di ripensare gli ecosistemi per renderli resilienti e l’importanza di rigenerare la biodiversità per raggiungere questo obiettivo. Le puntate del nuovo film saranno cinque in totale e usciranno con cadenza settimanale durante il mese di novembre 2023. Per la realizzazione di questa puntata, il team di 3Bee ha visitato i luoghi distrutti dalla Tempesta Vaia, fermandosi nella Piana di Marcesina che si è rivelata particolarmente evocativa, non tanto come epicentro del disastro, ma come testimonianza tangibile delle sue ripercussioni.
Il link del video: https://www.youtube.com/watch?v=hAt1QwAGuRM&list=PLTskszZnIy8wK7Ph73NJTmp2G0jAnqjFA&index=2
Francesco Fravolini