Spesso i calciatori vengono considerati più interessati alla carriera sportiva che allo studio, nonostante molti professionisti riescano a laurearsi mentre sono ancora in attività. Il giovane Alessandro Arlotti invece ha fatto la scelta opposta: prima lo studio e poi il calcio.
Classe 2002, ruolo attaccante, Alessandro Arlotti nasce a Nizza ma è italiano, tanto da giocare nelle varie selezioni nazionali giovanili azzurre dove si impone a suon di gol. Attaccante moderno in grado di giocare prima, seconda punta ma anche sulla trequarti, cresce nelle giovanili del Monaco ma non riesce ad affacciarsi alla prima squadra, dove invece gioca saltuariamente il giovane connazionale Pellegri, che già ha giocato e segnato in serie A col Genoa e ha solo un anno in più di Arlotti. Nel settembre 2020 si fa mandare in prestito al Pescara in serie B, per provare a esordire nel calcio dei grandi ma anche in Italia non riesce a sfondare.
Come racconta lui stesso in una recente intervista nel numero 13 di Sportweek, settimanale della Gazzetta dello sport, il giovane Arlotti sceglie di cambiare prospettiva: il calcio può aspettare, priorità allo studio. Così va negli Stati Uniti e si iscrive alla prestigiosa università di Harvard. Prima tre mesi di ambientamento e perfezionamento dell’inglese e dal prossimo agosto le lezioni per laurearsi tra 3 anni, preferibilmente in Economia. E poi? L’intenzione è di ritornare nel calcio che conta per riprovarci a 21 anni, più maturo ma ancora giovane e una volta terminata la carriera di prendere una cattedra universitaria. Per restare in forma giocherà nella squadra universitaria locale di calcio. Non si può dire che Alessandro Arlotti a 18 anni non abbia le idee chiare di cosa voglia fare da grande.
Daniele Capello