L’entrata del tempio conduce alla grande sala dei pilastri osiriaci, otto dei quali raffigurano il faraone con sembianze di Osiride, mentre nel soffitto ci sono disegni incompiuti che rappresentano la dea Mut che protegge il tempio con le sue ali distese.
Le pareti della sala nel lato nord destro sono decorate con scene che rappresentano la vittoria di Ramses nella battaglia contro gli Ittiti mentre nel lato sinistro ci sono altre imprese di compiute dal faraone.
A nord del tempio maggiore c’è un tempio minore scavato nella roccia dedicato alla dea Hathor, alla moglie Nefertari e ad altre divinità preposte alla maternità.
La facciata larga 28 metri e alta 12 è ornata di sei statue alte 10 metri disposte a gruppi di tre per ogni lato della porta di ingresso e separate da iscrizioni geroglifiche indicanti le titolature dei due sovrani.
Le statue raffigurano quattro volte Ramses e due volte Nefertari ed è l’unico tempio egizio dove la regina ha la stessa importanza del faraone.
L’entrata conduce ad una sala contenente sei pilastri che sono decorati con iscrizioni che raccontano la vita del faraone e della regina e rilievi colorati che rappresentano Ramses e Nefertari con alcune divinità.
Il tempio nel 1960 fu trasferito in una posizione anteriore rispetto all’originale perché il presidente egiziano Nasser decise di iniziare i lavori per la costruzione della grande Diga di Assuan che prevedeva la formazione di un enorme bacino artificiale.
Questi lavori però rischiavano di cancellare numerose opere costruite dagli antichi egizi per cui si decise di numerare e smontare blocco per blocco il tempio e di ricostruirlo in una posizione più indietro rispetto al bacino che si sarebbe venuto a creare.
Benedetta Giovannetti