I pazienti in attesa per la vista dal proprio medico di famiglia potranno attendere nelle sale dei principali musei e biblioteche della città dove saranno allestiti degli ambulatori medici ad hoc; questo il progetto sperimentale del Comune di Torino che ha preso l’avvio proprio questo mese.
Quante volte si sono ascoltate frasi sul potere curativo dell’arte, sulla sua capacità di accarezzare l’anima e i sensi migliorando la natura umana, sulla bellezza che salverà il mondo. Torino ha deciso di fare tesoro di questi concetti ed ha avviato un progetto sperimentale chiamato “Cultura di Base” in accordo con la Asl territoriale: 8 medici di famiglia sposteranno i propri ambulatori in altrettante strutture museali e biblioteche per 6 mesi, da maggio ad ottobre 2022.
Il progetto era stato ideato nel 2020 dalla Fondazione per l’architettura/ Torino e accolto in un segmento progettuale del Well Impact della Fondazione Compagnia di San Paolo, ma poi la lunga emergenza Covid lo aveva congelato. Oggi viene ripreso e attivato con la collaborazione del Circolo del Design, ARTECO, ASL Città di Torino e l’Ordine dei Medici e Odontoiatri di Torino.
L’idea di fondo è quella di far vivere gli spazi culturali non solo come luogo di storia, ma come ambienti confortevoli e accoglienti da cui trarre beneficio psichico, insomma un luogo che aiuta la convivenza tra la mente e l’anima e quindi adatto all’attesa prima di incontrare il proprio medico di base.
Negli obiettivi del progetto c’è quello di regalare al paziente uno spazio tranquillo, piacevole, rilassante per minimizzare il nervosismo che l’attesa e la malattia provoca. La bellezza di un ambiente armonioso e curato può addolcire quel momento, ma anche migliorare il contatto e il rapporto tra paziente e medico uscendo dall’asetticità di un comune ambulatorio sanitario. Un luogo nuovo e insolito che rende più piacevole anche il lavoro del medico con il paziente poiché l’arte è cura per tutti. Non dimentichiamo che ormai da anni sono molti i medici che consigliano visite ai musei o luoghi culturali per lenire alcuni malesseri psicologici quotidiani.
I palazzi della cultura che sono stati scelti come idonei al progetto, cioè ben diffusi sul territorio cittadino e capaci di ospitare ambulatori, sono il Museo Egizio, il Museo dell’Automobile, il PAV Parco d’Arte Vivente, la Biblioteca civica Primo Levi e il Polo del ‘900.
Ancora una volta Torino si propone come città innovativa che apre nuove strade alla valorizzazione della cultura e alla sua completa fruibilità, questa volta intesa anche come benessere, e aprendo sentieri al dialogo e alla funzionalità tra collettività, cultura e salute. Abituata a sperimentazioni che hanno acceso molte polemiche attorno ai musei dove sono state accolte lezioni di fitness, dj per serate danzanti, aperitivi e altre iniziative insolite, la città sabauda torna ancora una volta a far parlare di sé con progetti inconsueti per il mondo della cultura… e anche questa volta qualche polemica è nata, com’è d’obbligo quando si intraprendono percorsi non regolari ed insoliti, ma, tolte le critiche giuste o sbagliate che siano, saranno solo i 6 mesi di sperimentazione a decretare o meno il successo di questa iniziativa. Saranno i pazienti, i medici e anche chi lavora nei musei quotidianamente a dare le congrue risposte sull’utilità di questa nuova avventura; quindi, non resta che attendere le loro opinioni per capire se questo progetto può diventare un format ripetibile anche fuori Torino.