L’Italia non è proprio un paese moderno per quanto riguarda gli scrittori e l’ambiente letterario, da ogni punto di vista. Mancanza di riviste, di premiazioni per i generi (Basti pensare solo ai Bram Stoker, i Nebula e gli Hugo award in America), premiazioni in denaro, un mercato valido. Le mancanze e i problemi da elencare sarebbero molti, ma ci sono anche radi e meritevoli eccezioni come questo premio. O quasi.
Iniziative come il Premio Letterario Augusta, dedicato a scrittori esordienti che, con il patrocinio del Comune di Torino, della Regione Piemonte, del Salone internazionale del libro di Torino e dell’Istituto treccani mette in palio 10.000 € come primo premio.
Primo premio vinto nel 2017 da Barbara Giangravè con il suo romanzo Inerti (pubblicato da Autodafè). Grande successo, tutti felici e contenti. Oppure no, perché, passati due anni, la scrittrice non ha ancora ricevuto l’assegno da 10.000 che le spettava con la vittoria del premio letterario.
L’edizione vinta dalla Giangravè era la seconda, ma anche il vincitore della prima edizione, Gabriele Di Fronzo, non ha mai ricevuto il suo assegno. Così come i tre secondi classificati della seconda edizioni (Ilaria Gaspari, Elena Marinelli e Marco Pano) che avrebbero dovuto ricevere 1.000 € a testa. Gli unici che hanno ricevuto qualcosa sono stati i due secondi classificati della precedente edizioni, Alessio Cuffaro e Eric Minetto), che hanno ricevuto solo una parte dei soldi, però.
Già nel dicembre 2018 l’Associazione Augusta avere rilasciato un comunicato per quanto riguardava questi ritardi, dicendo che si sarebbe occupata dei pagamenti, mancati perché a sua volta non sarebbe stata pagata da altri Enti, dalla mancanza di sponsor e dal non aver potuto fare alcuni eventi in programma.
In pratica, le entrate che avrebbero dovuto garantire la copertura del premio non ci sono state. Ma è una giustificazione valida?
Domenico Attianese