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ALDA MERINI, IL RACCONTO DELL’OSPEDALE PSICHIATRICO

Alda Merini è una delle figure letterarie più in vista del ‘900, sia per la sua natura carismatica sia per il valore delle sue opere poetiche e non solo. Alda Merini scrisse anche una serie di scritti in prosa autobiografici che procedono per immagini fulminanti e pensieri sparsi che ci portano in un viaggio all’interno delle riflessioni e delle esperienze della scrittrice. Attraverso la scrittura Alda Merini ricorda e rielabora le sue esperienze, soprattutto in relazione al ricovero all’interno dell’ospedale psichiatrico Paolo Pini Affori di Milano.

Dall’esperienza della follia nasce infatti la raccolta poetica “La terra santa” che ripercorre il periodo trascorso in manicomio inquadrandolo in una dinamica di morte e rinascita, in un percorso di purificazione che riporta alla vita. Le tematiche di questa silloge poetica vengono riprese anche tramite la prosa in “L’altra verità. Diario di una diversa”, primo scritto autobiografico della poetessa, qui le memorie dell’ospedale psichiatrico vengono rielaborate attraverso una prosa poetica che procede per immagini fulminee che catturano istanti, eventi e pensieri della scrittrice. 

Nel “Diario di una diversa” l’ospedale psichiatrico viene visto come una metafora del mondo: la violenza e l’oppressione da parte del personale medico rispecchia i soprusi nel mondo esterno verso i più deboli. I malati sono assimilati alle anime dell’inferno dantesco, a differenza di questi, però, non devono espiare alcuna colpa. Solo tramite le cure del “Dottor G.” la scrittrice torna alla vita: attraverso la psicanalisi ritrova il rapporto con la parola, vera e propria fonte di salvezza e di liberazione. La poesia e la scrittura in generale divengono uno strumento terapeutico, tramite il quale la poetessa torna alla vita.

Viviana Pimpini

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