Frutto di un importante processo d’inibizione ad opera della società a causa del suo carattere spesso distruttivo, la rabbia si genera a causa di particolari dinamiche psicologiche che tutti proviamo ma di cui non sempre siamo pienamente consapevoli.
La rabbia è una delle emozioni di base, non a caso viene provata da tutti gli animali e la si sperimenta fin dalla più tenera età. Si genera in relazione ad uno stato di frustrazione fisica e/o psicologia, dunque ad un bisogno
che abbiamo e che trova un ostacolo alla sua soddisfazione, al fine di rimuoverlo e garantire il nostro benessere.
Ѐ una delle emozioni più importanti che servono il nostro istinto di sopravvivenza e permette di svincolarci da situazioni di disagio o pericolo. Nella realtà dei fatti però, la dinamica che genera la rabbia non è così
elementare, infatti ci sono una serie di elementi correlati e di fattori ambientali che influenzano il processo, primo fra tutti le aspettative che si nutrono verso una determinata situazione o persona. Non a caso si tende a
discutere più spesso con i propri familiari, e questo non solo per il fatto che sono le persone con cui siamo più a contatto e con cui dunque c’è più probabilità che si vengano a creare situazioni di conflitto, ma soprattutto
perché sono le persone a cui siamo più legati e dunque verso cui nutriamo le aspettative maggiori. Altro fattore è il livello di volontarietà che attribuiamo al comportamento di una persona che rappresenta per noi il motivo di frustrazione. Ulteriore elemento che influenza lo sviluppo di questa emozione è la nostra tendenza o meno al pessimismo, in quanto questo fa apparire più grave ai nostri occhi la condizione di frustrazione a cui siamo soggetti. Fattore ulteriore è la paura, che genera in noi una condizione di allerta che può portarci ad interpretare come un ostacolo o una minaccia ciò che non lo è.
La rabbia tende ad avere una natura distruttiva o, comunque aggressiva, per questo è una delle emozioni più inibite dalla cultura e dalla società. Studi recenti hanno dimostrato che la capacità di gestire la rabbia attraverso un saldo autocontrollo può essere accresciuta efficacemente con appositi esercizi volti a inibire l’immediata soddisfazione dei nostri bisogni (per es. mangiare qualcosa che ci piace) per rimandarla ad un momento
successivo e più opportuno precedentemente stabilito. In questa maniera si sviluppa infatti la nostra tolleranza alla frustrazione e la capacità di gestire i nostri istinti.
Glenda Oddi