La poesia di Alda Merini non è soltanto roteazione intorno al dolore , ma una riesumazione di questa “morte” attraverso l’ubriacatura del verso. Si percepisce in molte delle sue poesie una sorta di scelta, frutto di una constatazione amara del risultato di un lungo impulso: “io, amore, ti uccido, perché non sai contenere il mio amore”.
I suoi versi sono una sferzata di ammaestramento, una traccia costruttiva. Non è una poetessa declamatrice, nulla è scritto a caso.
In “ballate non pagate” scrive: “ è sgradevole dire a un passante: costui non è più sulla terra perché era ebbro di baci”. Vuol dire che quella persona “morta”, era così accesa nel suo amore che ne è rimasta sepolta. E ancora: “grazie per questa parentesi morta”, ovvero “tu sei un semplice elemento vegetale per me ed in modo emblematico ti ringrazio” .
Il senso è legato ad una morte simbolica. Così, ecco che il desiderio si fonde con la rinuncia.
“prima di venire portami tre rose rosse” scrive, ma subito dopo aggiunge: “portami un grosso ditale, perché devo ricucirmi il cuore. Dai un calcio al muro di fronte, perché lì dentro c’è la spia che ha guardato in faccia il mio amore. Prima di andare via dimmi che sei già andato via, perché io mi spaventerei”.
“Dai un calcio al muro”, non è un verso rabbioso, bensì ha a che fare con una barriera che separa la sua valenza emotiva dalla mediocrità. È il muro che lei ha eretto perché il suo amore non sia contaminato. È l’attesa triste che quel muro sia abbattuto, perciò “prima di venire, ritorna accompagnato da rose rosse”.
In questo senso si avvertono impulso e rinuncia. Pulsione seguita da privazione meditata, sofferta. C’è una vita sentita, che nello stesso momento sviluppa amarezza, un dolore che toglie gioia alla vita stessa. Slancio e rinuncia. L’ impulso ad abbracciare la vita, ma nell’amara consapevolezza della crudezza della vita stessa.
Assistiamo come a due Alda Merini, la prima che ama con gioia le cose, la seconda che attraverso questa intensità e tutto ciò che è stato entusiasmante, passionale, come l’amore per un uomo, assorbe la constatazione di diversità con l’immaginario, ritrovandosi in questo modo a considerare un reale più crudo. La proiezione mentale dell’io ancorato ad una dimensione di gioia, rimesso in discussione. Così, da un inizio esuberante ad una conclusione che castra e stigmatizza quel concetto.
Alda Merini è un personaggio d’ amore e di profonda amara riflessione.
Per l’eccessiva intensità di amore è stata ritenuta folle. Tutto ciò di cui si è imbevuta profondamente l’ha resa , agli occhi dell’osservatore ordinario , inaccessibile, sentenziata crudelmente come folle. Un castigo per essere sempre stata troppo emotiva. Il prezzo dell’emotività. SCOPRI DI PIU’
Eleonora Giovannini
Immagine in evidenza di Giuliano Grittini