L’appuntamento è mercoledì 20 novembre 2024 alle 21.00 sul palco del Mou Lounge a Milano, via Pacinotti 4. Special guest l’ideatrice e direttrice della rassegna la cantautrice Marian Trapassi accompagnata dal pianista Giaso Cancellieri
La rassegna canora “Because the Night – La notte delle cantautrici”, ideata e diretta dalla cantautrice Marian Trapassi e giunta alla sua sesta stagione. L’appuntamento in programma è per mercoledì 20 novembre alle 21.00 sul palco del Mou Lounge, con il concerto della cantautrice veneta Erica Boschiero, una delle punte di diamante di quella canzone d’autrice che è un patrimonio da tutelare e incentivare.
Chi è Erica Boschiero
Una carriera costellata di riconoscimenti nazionali, ha tenuto concerti in tutta Italia e all’estero, ha suonato per Emergency, per Amnesty International, per la Marcia della Pace Perugia-Assisi, per Legambiente, per il movimento Se non ora quando e in molte altre occasioni di rilevanza sociale. Sul palco del Mou, Boschiero proporrà un excursus nella sua produzione artistica: quattro album all’attivo (“Dietro ogni crepa di muro”, Autoproduzione, 2007; “Caravanbolero”, Bradilogo, 2015; “E tornerem a baita”, Squilibri, 2018; “Respira”, Squilibri, 2021) per una narrazione musicale percorsa da un soffio catartico. La scrittura, al tempo stesso volatile e terrigna, aggraziata e potente, capace di indugiare nel racconto dell’immaterialità e di spalancarsi alla militanza etica e civile, le è valsa il plauso incondizionato degli addetti ai lavori e l’attenzione di un pubblico affezionato.
Erica, che ruolo svolge la musica per il sociale?
«Dipende dai luoghi e dalle epoche. Ci sono stati tempi e ci sono luoghi in cui la musica diventa uno strumento sociale potentissimo, un “luogo” in cui migliaia di persone si ritrovano, si identificano, trovano nutrimento. In tutte le lotte di resistenza ai regimi ad esempio è stato così. E poi ci sono tempi e luoghi in cui la musica completamente schiacciata nella dimensione di prodotto commerciale, dove le canzoni sono un diversivo, un mero intrattenimento, un modo per evadere e non pensare a tutto ciò che ci spaventa. In mezzo a questi estremi ci siamo noi, cantautori e cantautrici italiani nel 2024: chi più impegnato e racconta il mondo e le sue contraddizioni, chi preferisce raccontare più la propria dimensione emotiva e relazionale… Il problema è che il contesto è diventato tremendamente complesso, si muovono correnti potentissime a tutti i livelli (ambientale, economico, politico, sociale) e se tratti certi temi nelle canzoni puoi pure essere penalizzato dagli algoritmi, ed oggi tutto si gioca su quelli… ma proprio per questo trovo che sia necessario che la musica non perda la sua dimensione sociale. Serve molto coraggio, per questo. E realtà capaci di sostenere gli artisti che denunciano, che si espongono».
Quale messaggio vuoi lanciare con le tue canzoni?
«Siamo in un’epoca spartiacque, ci sentiamo persi e spaventati dalle guerre, dall’intelligenza artificiale, dai disastri climatici… che risposta danno gli artisti? Non basta la denuncia. Serve una visione. Tracciare un orizzonte diverso, sognarlo, disegnarlo con le parole, dargli corpo nel cantarlo collettivamente. È quello che cerco di fare con le mie canzoni, non fermarmi alla denuncia di ciò che non va, ma mostrare che è possibile costruire in un’altra direzione, quella della cura, della gentilezza, del rispetto del pianeta e delle sue creature, della ricerca della nostra parte più vera ed essenziale».
L’etica è passata di moda in questo momento storico. Come reagire per ritrovare quei valori sociali persi?
«Credo che sia la vita stessa a suggerirci la strada. Ci siamo ubriacati di benessere e individualismo, ci siamo illusi che la storia fosse finita, è stato questo a farci dimenticare i valori fondamentali del vivere insieme. Eppure vedo tutto intorno un disperato bisogno di comunità, di senso, di spiritualità. Soprattutto quando ci sentiamo mancare la terra sotto i piedi. Soprattutto nei giovani, che con le conseguenze del riscaldamento globale avranno a che fare direttamente. Guardate cosa è accaduto a Valencia, in Emilia-Romagna. Gli amministratori cinquantenni dallo sguardo corto hanno fallito. I ragazzi prendono in mano i badili e le scope e ripuliscono. Lo stanno costruendo loro il futuro. Saranno loro a recuperare quei valori, o meglio, a costruirne di nuovi».
A fare “gli onori di casa” la cantautrice Marian Trapassi, ideatrice e direttrice della rassegna “Because the night”, che eseguirà alcuni brani del suo repertorio, con l’accompagnamento del pianista Giaso Cancellieri.
Chi è Mirian Trapassi
Siciliana d’origine e cittadina del mondo per scelta, nel 2004 vince il Premio Ciampi con il lavoro Marian Trapassi. Ha all’attivo cinque album che hanno ricevuto l’apprezzamento della critica specializzata; in particolare Bellavita (l’arancia e altri viaggi) è stato anche candidato al Premio Tenco 2015. Quello di Marian Trapassi è un raffinato pop d’autrice in bilico tra tentazioni swing e ruvidità elettrica, tradizione e contaminazione, nel segno di una leggerezza pensosa. All’attività di cantautrice Marian Trapassi affianca benefici (ed ibridanti) sconfinamenti in altri “territori estetici”, dal teatro all’arte multimediale, passando per collaborazioni illustri (una su tutte quella con Ashley Hutchings, autentica icona del folk rock inglese) e per l’impegno costante nella fattiva valorizzazione della scena cantautorale femminile indipendente, ancora troppo spesso “oscurata”.
Francesco Fravolini