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Ambiente & Società Lavoro & Economia

Perché lavoriamo così tanto

Il sondaggio lanciato dall’Università Statale

“Perché lavoriamo così tanto? Dicci la tua opinione e partecipa alla ricerca anonima”. A lanciare la proposta di sondaggio in rete è l’Università Statale di Milano. Più nello specifico, le domande che sono state individuate e poste al centro della ricerca sono le seguenti. Ovvero: “Hai cambiato lavoro da poco? Qual è la goccia che ha fatto traboccare il vaso?”. Interessa quindi cogliere, sempre che ci sia stato, quel punto di rottura che ha spinto a lasciare la strada vecchia per imboccarne una nuova. 

Ma da dove nasce questa spinta ad effettuare una ricerca di tale natura? La risposta è presto data. Stando infatti a quanto viene riportato in rete “L’obiettivo è capire come le diverse generazioni vivono il lavoro oggi”. Un sondaggio che sarà portato avanti nel più assoluto rispetto delle regole di privacy e che si rivolge ad una quanto mai vasta platea di potenziali partecipanti. Pertanto sia che si appartenga alla fascia di età dei più giovani, sia che si sia entrati a pieno titolo nella categoria dei lavoratori, sia che si sia dei professionisti, lo spazio di discussione è aperto.

Ma come si fa materialmente a far sentire la propria voce? Basterà accedere al modulo preimpostato disponibile on-line al presente link. Come si avrà modo di appurare, si entrerà nella pagina web di Genwork. Di cosa si tratta? Di un vero e proprio progetto che mira a mettere a fuoco la relazione tra identità e lavoro nel contesto italiano. Uno studio di tipo multi-metodologico che, attraverso una batteria di domande rivolte ai partecipanti, intende far emergere quale sia la concezione del lavoro che si annida tra le persone. 

Una concezione che si lega alla cultura del lavoro che si vive nelle diverse epoche storiche. Lavoro infatti può trasmettere il senso d’indipendenza, passione e interessi personali, ma anche obbligo e necessità. Questo in linea generale, mentre scendendo nello specifico, va detto che lo studio si concentra sul contesto italiano, che, citando testualmente, si innesta in “un peculiare mercato del lavoro caratterizzato da uno dei più alti tassi di disoccupazione giovanile dell’area UE”. Questo infine il link di riferimento per accedere alla pagina web del progetto.

  Di Maria Teresa Biscarini

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