Il road movie rappresenta un sagace esordio cinematografico del duo musicale Colapesce e Dimartino.
Il viaggio è (forse) uno tra i temi cliché nelle produzioni artistiche presente in film, libri e musica. Esso è inteso sia come spostamento da un luogo ad un altro sia “metaforicamente”, vale a dire come momento di crescita e cambiamento interiore. In alcuni casi l’uno non esclude l’altro ed è proprio questo il caso de La primavera della mia vita, il film debutto cinematografico del duo cantautorale-indie di Colapesce e Dimartino (al secolo Lorenzo Urciullo e Antonio Di Martino). Il progetto vede la regia di Zavvo Nicolosi, videomaker del collettivo Ground’s Oranges – specializzato in videoclip – che ha firmato diversi video del duo come i successi sanremesi Musica leggerissima e Splash.
Una trama semplice per un film altrettanto leggero (anzi, leggerissimo!) che stupisce nel finale, vera chiave di lettura del titolo della pellicola. Lorenzo ed Antonio sono i musicisti del duo “I Metafisici” che, dopo aver raggiunto l’apice del successo, abbandonano le scene musicali. Dopo la rottura della loro amicizia Antonio, che nel frattempo è entrato nel gruppo dell’Antico Ordine Semenita, contatta la manager di Lorenzo per proporgli un ambizioso progetto “on the road”: la scrittura di un libro sulle leggende siciliane che verrà lautamente ricompensato se scritto in soli otto giorni. Considerando la sua precaria condizione economica ed il momento di stasi lavorativa Lorenzo accetta: inizia così un percorso tra le strade sterrate dell’entroterra siciliano, i suoi racconti ed i suoi stravaganti personaggi. Un viaggio di crescita, cambiamento e denuncia sociale che farà rifiorire un’amicizia che si è persa in tre anni di silenzio.
Pur non avendo grande esperienza nei lungometraggi – sono diversi i momenti in cui si percepisce una frammentarietà tra le scene – il progetto cinematografico di Nicolosi riesce ad intrattenere lo spettatore nei suoi 95 minuti, giocando con continui luoghi comuni sull’Italia (ed i suoi cittadini), la Sicilia e le sue storie spesso al limite dell’assurdo. Considerando la grande esperienza nel mondo dei videoclip l’occhio del regista rende molto più coinvolgenti le scene musicali: d’altronde la colonna sonora del film è firmata dagli stessi Colapesce e Dimartino che si sono aggiudicanti anche il Nastro d’Argento nel 2023 quindi è come se Nicolosi filmasse uno dei loro brani. La firma del regista ne La primavera della mia vita è forte e ben evidente: tagli, sequenze distaccate e forti campiture sono alcune delle caratteristiche che ne contraddistinguono la produzione. Nel film compaiono anche Madame, Roberto Vecchioni (nei panni di un complottista) e Brunori Sas che interpreta il proprietario di un locale dove si riuniscono i fan dei Doors.
Seppur a tratti artificiosi nella recitazione ma guidati da una grandissima dose di spontaneità, Urciullo e Di Martino riescono a divertire e conferire al film la giusta dose di assurdità e stravaganza; un film che incarna appieno la filosofia musicale di Colapesce e Dimartino.
Roberta Matticola