Il Casentino, come ormai abbiamo imparato a vedere, non è solo posti da visitare, ma è anche pieno di leggende da leggere e ascoltare.
Così come accade per la località di Omomorto, dove storia, leggenda e letteratura si fondono insieme.
La località si trova nel comune di Pratovecchio-Stia ed è ubicato nei pressi della strada Regionale della Consuma.
La località presenta alcune strutture di servii che ne portano il nome, ma non è presente alcun centro abitato.
Come mai tutto ciò?
La storia viene dai personaggi della Divina Commedia, precisamente da Mastro Adamo da Brescia, un contraffattore che nel 1281 trovò ospitalità nel castello di Romena di proprietà dei Conti Guidi.
Questi conoscendo le sue abilità di falsario, lo convinsero a falsificare il fiorino, la moneta fiorentina.
Mastro Adamo sostituì l’oro con una lega di metalli scadente lasciando però inalterato il peso della moneta e l’immagine di San Giovanni che era messo a mo’ di avviso contro i falsari.
Falsificate le monete Mastro Adamo si recò a Firenze e provò a spendere i fiorini, tuttavia mentre era ospite di una famiglia in zona Borgo San Lorenzo scoppiò un incendio che, fondendo le monete, portò alla luce la lega in cui erano realizzate.
Mastro Adamo, fiutando il pericolo montò su un asino e cercò di raggiungere velocemente Romena, passando per la Consuma, ma fu intercettato dagli armigeri della Signoria di Firenze e lapidato, poi fu arso visto sul posto.
Del corpo non rimase molto ed i suoi resti non furono mai sepolti; solo i viandanti passando di lì lasciavano una pietra in corrispondenza del rogo, i sassi formarono un cumulo di pietre chiamate in dialetto macia, da allora noto come la macia di Omomorto.