Dagli anni ’70 Viola è indiscusso maestro della video arte. All’interno di Palazzo Reale si potranno ammirare quindici capolavori
Dal 24 febbraio al 25 giugno 2023 “Palazzo Reale” a “Milano” presenta un’importante esposizione dedicata a quello che è considerato già dagli anni Settanta il maestro indiscusso della “video arte”: “Bill Viola”. L’esposizione ripercorre l’intera carriera artistica di Viola, presentando al pubblico quindici capolavori all’interno delle sale di Palazzo Reale, con la sapiente cura di Kira Perov, moglie dell’artista e direttore esecutivo del “Bill Viola Studio”,opere che coprono trent’anni di lavoro dell’artista. Nato a New York nel 1951, di origini italo-americane, Bill Viola è riconosciuto a livello internazionale come l’artista che, attraverso la sperimentazione della video arte, ha realizzato opere considerate uniche, a tutti gli effetti dei capolavori dell’arte contemporanea. L’esperienza del viaggio, per Viola, è fondamentale nello sviluppo del suo lavoro. Prendendo spunto dalle realtà che incontra nei suoi viaggi in giro per il mondo con la moglie Kira Perov, tra gli anni Settanta e Ottanta, Viola delinea il suo percorso artistico e giunge alla creazione di opere che avvolgono l’osservatore con composizioni e suoni, cercando di rappresentare le infinite possibilità della psiche e dell’animo umano. La mostra milanese offre ai visitatori un percorso in cui ritrovarsi a contemplare le profonde questioni che Bill esplora con immagini al rallentatore in cui luce, colore e suono possono creare momenti di profonda introspezione. Emozioni, meditazioni e passioni scaturiscono dai suoi video, accompagnando lo spettatore in un viaggio interiore. Questa dimensione emerge, ad esempio, nella serie dei suoi video Passions – opere di chiaro richiamo al Rinascimento italiano- che al rallentatore catturano ed estendono dettagli di emozioni umane impossibili da vedere in tempo reale, oppure in Ocean Without a Shore (2007), opera nata a Venezia nella chiesetta sconsacrata di San Gallo che descrive una soglia metaforica del momento di transizione in cui la vita diventa morte. E ancora: l’incontro virtuale tra uomo e donna in The Veiling (1995); il diluvio improvviso e terrificante al centro di The Raft (maggio 2004), installazione che ricorda l’importanza della collaborazione umana per poter sopravvivere a catastrofi naturali o crisi inaspettate; la serie Martyrs (2014) nella coraggiosa lotta di quattro protagonisti nella morsa dei quattro elementi naturali, man mano che riescono ad accettare il loro inevitabile destino. La mostra, promossa dal Comune di Milano-Cultura, è prodotta e organizzata da Palazzo Reale e Arthemisia con la collaborazione del Bill Viola Studio. Per informazioni visitare il sito www.palazzoreale.it Amalia Barbara Di Bartolo