Figlio devoto del mortale Anchise e di Afrodite, la dea della bellezza, al Colosseo una mostra con
Associazione Rotta Enea, per celebrare e conoscere megkio l’eroe che venne da Troia.
Principe dei Dardani, guerriero valente secondo solo a Ettore, eroe per Omero come per Virgilio.
Il Padre, fondatore, dopo un lungo errare, della stirpe romana, di cui incarnerà i valori fondamentali: lealtà,
senso di appartenenza alla collettività, rispetto per la famiglia, per lo Stato e per gli dèi. Tutto questo fu Enea,
oggi emblema dell’incontro possibile fra culture diverse e della speranza nel futuro, raccontato al Parco
archeologico del Colosseo da “Il viaggio di Enea. Da Troia a Roma”, la mostra ideata e organizzata in
collaborazione con l’Associazione Rotta di Enea per promuovere e diffondere la conoscenza del mito
dell’eroe e dell’Itinerario culturale Rotta di Enea.
Un sentiero ricco di narrazione attraverso l’arte e l’archeologia, che fino al 10 aprile 2023 al Tempio di
Romolo al Foro Romano riunisce preziosi reperti provenienti da tutta Italia, alcuni mai esposti in precedenza.
Un modo per conoscere la storia di una rotta leggendaria. Andando così da Troia avviluppata dalle fiamme,
fino alle coste laziali, dalle radici che affondano nella notte dei tempi e che è entrata precocemente a far parte
dei miti più antichi di Roma.
“Promuovere le comuni radici europee, che si sono formate attraverso i viaggi e gli scambi che hanno avuto
luogo nel Mediterraneo antico rappresenta una missione fondamentale della nostra Associazione”, aggiunge
Giovanni Cafiero, Presidente dell’Associazione Rotta di Enea. Ecco dunque la storia di Enea, lungo 24 opere,
databili fra il VII secolo a.C. e la piena età imperiale, prestate da 12 diverse istituzioni nazionali.
Un viaggio per tappe tematiche: le immagini di Enea, di suo padre Anchise e di sua madre Afrodite; le
raffigurazioni della guerra di Troia; il Palladio – talismano della salvezza prima di Troia e poi di Roma – e
infine lo sbarco nel Lazio e la fondazione di Lavinium, dove le scoperte archeologiche hanno dato
concretezza alla leggenda dell’eroe. Tra i reperti più preziosi, il monumentale cratere apulo a figure rosse del
Museo Archeologico Nazionale di Napoli, del 370-360 a.C., con lo scempio del corpo del principe troiano
Ettore da parte di Achille. Sempre da Napoli, anche due affreschi rinvenuti a Pompei con il cavallo di Troia
trascinato nella città. E poi le statue in terracotta dal santuario di Minerva a Lavinium, molte costituiscono un
inedito. Ad accompagnare la scoperta del cammino, una serie di conferenze sul mito di Enea e sul suo
leggendario viaggio, oltre a una serie di viste guidate lungo il percorso che nel racconto di Virgilio compiono
Enea ed Evandro: dal Foro Boario alla Porta Carmentale, all’Asylum (fra Arx e Capitolium), al Lupercale
fino al bosco dell’Argileto e al Campidoglio e poi, attraverso la valle del futuro Foro Romano, fino al
villaggio sul Palatino, dove si trova l’umile dimora del re, che coincide con il punto in cui sorgerà la casa di
Romolo e, secoli dopo, la residenza di Augusto.
di Marino Ceci