Quando si parla di Sardegna non si può non parlare anche dei loro costumi e vestiti tradizionali, quelli di tutti giorni e poi quelli della festa, bellissimi, costosi, pieni di ricami, colori, velluti e con dei gioielli a completamento dell’abito.
Il gioiello nel costume sardo è una presenza importante, ci deve essere sia per l’uomo che per la donna e più ce ne sono e meglio è perché sono bellissimi e ricchi di simbologia.
Essi rappresentano un legale tra bellezza e significato che li rendono espressione della cultura dell’isola, il loro processo di lavorazione è frutto di un sofisticato uso di antiche tecniche artigianali apprese, come la filigrana sarda, il nido d’ape e la granulazione, tipico della fede sarda.
Il bottone è un elemento fondamentale del costume sardo, da momento che nella camicia del costume di solito non ci sono bottoni cuciti ma per lo più asole che prevedono l’inserimento dei bottoni o in alternativa spille.
I bottoni hanno forma di seno con tre modelli principali quali conico, sferico o a melagrana. E sono diffuse più o meno in tutta l’isola.
La forma del seno richiama la dea punica della fertilità Tanit e inoltre era considerato un amuleto che doveva proteggere la donna ed il bambino dalle malattie e dalle streghe che di notte si avvicinavano ai bambini per succhiare loro il sangue, per questo hanno quella forma.
Originariamente si pensava che a realizzare questi amuleti fossero le fate, filando l’oro e incastonando ossidiana e corallo.