A Lignano Sabbiadoro (UD) l’appello lanciato all’incontro di apertura della rassegna Economia sotto l’Ombrellone per superare la crisi indotta dalla guerra e dai cambiamenti climatici
“Il sistema agricolo italiano e del Nord-Est ha bisogno di passione, competenze, unità di intenti e che chi ha il potere decisionale riconosca la giusta importanza al settore primario. È, poi, necessario un salto culturale che permetta a tutto il mondo agricolo di seguire gli esempi più virtuosi, imparando a usare gli strumenti della modernità: dalla programmazione all’informatica, dalla diversificazione all’innovazione tecnologica, dalla sostenibilità allo studio delle colture più adatte a ogni territorio e a ogni microclima”. E’ quanto emerso all’incontro d’apertura della dodicesima edizione della rassegna “Economia sotto l’ombrellone”, svoltasi il 3 agosto a Lignano Sabbiadoro, organizzato da EoIpso, con il patrocinio del Comune di Lignano Sabbiadoro e Turismo FVG. E ancora: “Il mondo agricolo, dell’allevamento e agroalimentare stanno vivendo momenti molto complicati. Paradossalmente, però, ci sono anche grandi opportunità per il sistema agroalimentare nordestino date dalla crescita esponenziale nel mondo della richiesta dei prodotti agroalimentari di qualità made in Italy». Marco Tam, presidente di Greenway e Filare Italia ha sottolineato come le tensioni sui prezzi dei fertilizzanti (sui quali italiani ed europei sono dipendenti da Russia, Ucraina e soprattutto Bielorussia) abbiano determinato un aumento dei prezzi del 100-170% e siano un segnale del ruolo geopolitico e strategico che il settore primario assumerà. “Le prossime guerre si faranno sul cibo e sull’acqua – ha detto Tam – Per questo, il nostro settore non può essere più gestito con le logiche del “si fa come una volta”. L’Italia e l’Europa devono puntare a recuperare una forte autonomia nel campo delle produzioni agricole e di quelle collegate, come appunto i fertilizzanti, per non essere dipendenti in futuro da Paesi poco affidabili”. In conclusione, i relatori hanno chiarito che il cambiamento culturale per giungere a una produzione agroalimentare più sostenibile e meno esposta ai rischi speculativi e climatici, non può riguardare solo il mondo agricolo, ma deve interessare anche i consumatori finali: “Quando acquistiamo verdure, carni, latte e gli altri prodotti alimentari dobbiamo superare la logica del prezzo più basso, abituandoci a guardare non solo alle qualità organolettiche e nutrizionali di ciò che mangiamo, ma anche a quelle legate alla sostenibilità della produzione e a un’adeguata remunerazione dei produttori”. All’incontro sono intervenuti in qualità di relatori Claudio Bressanutti, dirigente dell’Associazione Italiana Allevatori, Franco Clementini, Presidente di Agricoltori Italiani Fvg – Cia, Marco Tam, Presidente di Greenway e Filare Italia.
Amalia Barbara Di Bartolo