La Danimarca é una terra piatta dove la massima asperità é inferiore ai 300 m di quota. Inoltre é un paese strettamente legato al mare, che la circonda quasi per la sua interezza. Potrebbe mai arrivare dalla Danimarca il miglior scalatore del Tour de France?
Sì perché Jonas Vingegaard ha dimostrato di esserlo in questa edizione ribaltando i pronostici che davano Tadej Pogacar come favorito quasi inattaccabile. Non che sia una sorpresa assoluta questo venticinquenne di Hillerslev, che da giovane vendeva pesce al mercato, già secondo al Tour 2021 ma a oltre 5′ da Pogacar. In questa edizione partiva da secondo uomo della Jumbo, sulla carta dietro al capitano Roglic che però dopo la caduta nella quinta tappa é diventato suo gregario di lusso. Vingegaard ha vinto sulle montagne dimostrandosi più forte di Pogacar soprattutto nella tappa 11 sul Granon dove l’avversario, spossato dagli attacchi di gruppo della Jumbo sul precedente Galibier, é andato in crisi perdendo 3 minuti e poi nella tappa 18 dove sull’Hautacam il danese ha guadagnato un altro minuto.
Alla fine con grande schiettezza anche lo sconfitto Pogacar ha ammesso che il rivale é stato più forte. Un’ammissione che conferma il rispetto esistente tra i due fenomeni (sì, entrambi perché quando acceleravano in salita nessuno stava loro dietro) che si é manifestato proprio nella tappa 18 quando dopo la caduta di Pogacar in discesa l’avversario ha rallentato per attenderlo. La stretta di mano successiva passerà alla storia per il fair play tra i due rivali.
Un Tour che comunque passerà alla storia anche per essere tra i più spettacolari di sempre per la totale assenza di tatticismo tra i due grandi avversari ma anche per lo spettacolo offerto da Wout Van Aert, il belga compagno di Vingegaard sempre all’attacco in cerca di punti per la maglia verde, conquistata con record di punti: fughe in montagna, volate vincenti, cronometro, Wout era ovunque, anche a tirare sull’Hautacam per il compagno prima che staccasse Pogacar. Unica pecca la mancanza di successi italiani anche in questa edizione. Un Tour così sarà forse irripetibile, ma per il prossimo anno la sfida é già lanciata.
Daniele Capello