Rimini, l’estate, il mare, il divertimento, ma la città romagnola è ben altro, molto di più con i suoi tesori d’arte e storia del centro storico. Dallo splendido Castello di Sismondo che custodisce il museo multimediale dedicato a Federico Fellini, all’austero Palazzo dell’Arengo scrigno di arte contemporanea e antica, fino alla piazza Ferrari in cui c’è la Domus del Chirurgo protetta da una elegante struttura in vetro e ferro.
Un’area archeologica di 700 metri quadrati agile e immediata da percorrere in cui si osservano tutti i particolari intrecci di edifici sia di epoca romana che quelli alto medievali in un gioco di mosaici perfettamente conservati.
La Domus del Chirurgo – sembra che questo medico avesse origini ellenistiche e si chiamasse Eutyches come riporta un’incisione rinvenuta nell’abitazione – è il nucleo centrale dell’area archeologica e rappresenta uno dei migliori esempi di abitazione signorile meglio conservata dell’epoca romana. È stata costruita attorno al II secolo d.C. periodo in cui l’Impero Romano, forte e fervido, raggiunse la sua massima estensione. Osservando l’area se ne scopre tutta la fisionomia: una casa a due piani, mura affrescate, un cortile interno, la sala da pranzo, le camere da letto, una latrina, e lo studio del medico, tutte abbellite da raffinati pavimenti a mosaico perfettamente mantenuti. Era un uomo abbiente, sicuramente colto ed elegante per scegliere mosaici tanto preziosi per la sua dimora: a più colori per le scene mitologiche e marine – la spiaggia è a due passi – nelle sale principali, altri con intrecci e geometrie composte da tessere bianche e nere per i locali più piccoli.
Una casa di lusso distrutta da un incendio nel III secolo che interessò tutta la città di Rimini (all’epoca Ariminum) quando si trovò assediata dai germanici Alemanni. Il fuoco che la distrusse, e di cui si vedono ancora i segni neri sulle mura, è stato, però, provvidenziale perché facendo crollare il tetto sopra l’abitazione ha preservato tutti i suoi tesori restituendola quasi intatta.
Sappiamo che Eutyches era un medico militare e nel suo studio visitava e operava i suoi pazienti, infatti, gli scavi hanno permesso un ritrovamento del tutto eccezionale: ben 150 ferri chirurgici originali tutti esposti al Museo della Città “Luigi Tonini” dove, nella sezione archeologica, è stato meticolosamente ricostruito il plastico dell’intera abitazione e due ambienti a grandezza naturale: lo studio del medico in cui operava, curava e preparava i farmaci necessari, e la stanza in cui venivano ricoverati i suoi pazienti in attesa della guarigione.
Una collezione di strumenti davvero di prim’ordine e che desta non poca meraviglia. Eutyches era un medico che si occupava di tutta la sfera terapeutica: era farmacista intento ad usare erbe per preparare unguenti e medicine, chirurgo per ogni tipo di intervento da quello di urgenza a malattie croniche, medico di base, come si direbbe oggi, per sanare i mali più comuni. Numerosi i bisturi e le pinze di tutte le dimensioni che servivano indistintamente per operare denti, calcoli renali, emorroidi e quant’altro, ma di particolare interesse è il “Cucchiaio di Diocle” usato per estrarre punte di frecce dalle ferite. La maggior parte di questi attrezzi medici indicano proprio la specializzazione militare del medico perché utilizzati perlopiù per la cura di ferite e ossa fratturate. Accanto agli strumenti del mestiere c’è poi una grande quantità di recipienti per la preparazione e la conservazione di medicine, ovviamente a base di erbe.
Nel piano terra del museo sono esposti anche utensili di uso quotidiano come vasellame da cucina e alcune monete rinvenute nella casa durante gli scavi che hanno confermato la datazione della domus.
Per Informazioni: https://www.domusrimini.com
Federica Candelaresi