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Arte & Cultura

IZET SARAJLI POETA DELL’AMORE E DELLA PACE

Nel ventennale della morte l’Ambasciata d’Italia a Sarajevo celebra il grande poeta bosniaco

di Paolo Maria Rocco

In Italia il nome di Izet Sarajlić, il più conosciuto e apprezzato poeta bosniaco contemporaneo, riscuote da qualche tempo grande interesse. Nel ventennale della sua scomparsa, del poeta, nato a Doboj nel 1930, morto a Sarajevo il 2 Maggio 2002, si sta interessando l’Ambasciata d’Italia della capitale bosniaca, guidata dall’Ambasciatore Marco Di Ruzza: l’Istituzione celebrerà la ricorrenza con iniziative prestigiose. Il poeta è oggi riconosciuto tra le personalità letterarie più significative del ‘900 per la sua capacità di innovare la tradizione poetica balcanica e per l’essere stato cantore dei valori morali e culturali del popolo bosniaco, veicolando istanze del multiculturalismo, del multinazionalismo e della Pace. Sotto l’egida di quei valori, la sua vita è stata percorsa da esperienze di profondo significato: suo fratello Ešo fu fucilato all’età di diciotto anni dalle Camice Nere italiane nel 1942, le sue sorelle, Enisa e Razija morirono di stenti, nel 1993, causati dalla guerra balcanica, come sua moglie Ida morta, nel 1998, a causa della precarietà delle strutture sanitarie. Nel mentre la terribile guerra del 1992-1996 imperversava nei Balcani diventando un conflitto di rilevanza mondiale, egli decise di rimanere a Sarajevo con la sua famiglia, la moglie Ida Kalaš, sua amatissima musa, la figlia Tamara e il piccolo nipote Vladimir, e le sue sorelle Enisa, traduttrice di Gianni Rodari e di altri scrittori italiani, e Razija, Procuratrice nel Tribunale della capitale: alla mercé delle bombe e dei fucili dei cecchini, anche quando Karadzić fece sganciare una granata proprio sulla sua casa, distruggendola e colpendo lo stesso poeta che, da allora, portò una visibile ferita sulla fronte. Con le sue poesie raccolte in più di 30 libri pubblicati nel mondo, vincitore di Premi internazionali e, tra questi, del Premio Moravia nel 2001, Izet Sarajlić ha cantato la fratellanza e l’amore coltivando un’idea nobile di Poesia e sincere amicizie: lo scrittore italiano Erri De Luca – che nei Balcani durante la guerra portava aiuti umanitari alla guida di un autocarro – è stato uno dei suoi più cari amici e, con Izet, autore del libro “Lettere fraterne”, epistolario sui temi della vita, della guerra, della poesia. L’interesse che la poesia di Izet Sarajlić riscuote nella Penisola, si può dire che realizza in nome della Cultura un “ponte tra le due sponde dell’Adriatico”: oggi, ciò acquista il senso di un auspicio necessario e beneaugurante in vista dei venti di guerra che attraversano l’Europa orientale e che si vorrebbero placati nell’esercizio dell’affermazione di quei valori umani innalzati da I. Sarajlić come un vessillo.

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