L’anno appena terminato, ha registrato la perdita di diverse figure note e di rilievo, che nell’arco della loro vita hanno contribuito al progresso della nostra società. Il vuoto che hanno lasciato, non è avvertito solo dalle persone a loro più vicine, ma tocca in generale tutti, perché alcuni di loro ricoprivano dei ruoli importanti a livello culturale, artistico o sociale.
La morte fa parte del naturale percorso della vita e con questo articolo non abbiamo alcuna intenzione di glorificare nessuno, ma in effetti, alcuni soggetti, che abbiamo visto spesso comparire sui media e dei quali abbiamo seguito la carriera o ammirato il modo in cui hanno condotto la loro esistenza, hanno lasciato un segno nella nostra quotidianità e per questo, pur non conoscendoli di persona, ne avvertiamo comunque la mancanza.
In certi casi, la mancanza non è solo un vuoto affettivo, ma può essere una mancanza sociale, legata al ruolo che rivestiva quella persona a livello professionale, per l’utilità che apportava attraverso il suo specifico impegno o le sue particolari capacità.
Che si tratti di beniamini del pubblico, di persone sempre alla ribalta della cronaca o di personaggi stimati, per aver apportato nel corso della loro vita dei progressi in vari settori: scientifico, tecnologico, politico, culturale o ancora, di individui che si sono spesi per la salvaguardia della natura o hanno investito le loro energie nella difesa dei deboli, bisogna riservare loro un tributo collettivo, un riconoscimento che per molti di loro resisterà al trascorrere degli anni.
Mi prendo licenza di citare qualche nome che per me ha diritto di avere un certo risalto:
- Bernard Elliot Rollin, per il suo lavoro in favore dei diritti degli animali, per i quali si è speso, affrontando problemi etici, di morale e di civiltà, in molti dei suoi libri.
La sua è stata una filosofia applicata, volta a indicare la strada e i metodi necessari a correggere i danni che l’uomo commette contro la natura, della quale non potrà mai fare a meno, se l’umanità vuole avere un futuro.
- Gino Strada, fulgido esempio di coscienza civile. Fondatore dell’organizzazione umanitaria Emergency, ha trascorso la vita nelle zone di guerra a soccorrere feriti, senza distinzione di nazionalità e religione. Il suo lavoro instancabile e il suo impegno sono tuttora testimoniati da coloro che hanno proseguito sulla via da lui tracciata, in ogni parte del mondo.La sua incredibile testimonianza è racchiusa in un unico pensiero: “L’unica speranza per il futuro dell’umanità è abolire la guerra che è la realtà più aberrante in assoluto, diffusa e costante tra le violazioni dei diritti umani. Cancellando il diritto di vivere, la guerra nega tutti i diritti umani”.
Ci sono anche altre figure che hanno lasciato il segno anche se in ambiti diversi, come: la musica, lo sport, la letteratura, il cinema, ecc. e anche loro faranno parte della memoria storica collettiva, perché hanno apportato grandi cambiamenti oppure perché sono stati un punto di riferimento per molti di noi, in certe fasi della nostra vita, magari perché ci hanno aiutato a seguire le nostre attitudini o a scoprire la nostra vocazione.
Citerò solo alcuni nomi, con la consapevolezza di tralasciarne molti altri: Carla Fracci, Raffella Carrà, Franco Battiato, Milva, Giampiero Galeazzi, Luigi Vignato, Lina Wertmüller, Charlie Watts, Jean Paul Belmondo, Wilbur Smith, Jean Paul Belmondo, Mikis Theodorakis, Peter Del Monte, Renato Scarpa.
Bruno Cimino