Un tripudio di sfarzo settecentesco
di Letizia Lombardi
Villa Faraggiana è una meravigliosa dimora settecentesca situata ad Albissola Marina, in provincia di Savona.
Il piccolo paese è noto, insieme ad Albisola Superiore (la “s” in più di Albissola Marina sarebbe dovuta ad un curioso errore di trascrizione risalente al 1915), per la lavorazione della ceramica, tanto che divenne meta di pellegrinaggio per molti artisti, tra cui Lucio Fontana.
La costruzione di Villa Faraggiana ha una storia piuttosto articolata che inizia nel 1717, quando Eugenio Durazzo e suo nipote Gerolamo commissionarono la costruzione della villa come residenza estiva.
Il primo blocco architettonico fu edificato nel 1735, probabilmente da un architetto genovese, mentre nel 1738 iniziarono i lavori per l’imponente giardino.
Negli anni avvenire ci furono vari “passaggi di testimone” tra i proprietari della villa, ma comunque, restò sempre tra le mani di membri della famiglia Durazzo.
Fino a quando, nel 1821, la proprietà fu venduta a due nobili novaresi, Giuseppe e Gerolamo Faraggiana, da cui la villa prende il nome.
Dopo vari “passaggi di testimone”, anche all’interno della famiglia Faraggiana, l’ultimo proprietario, Alessandro, per volontà testamentaria, lasciò la villa al comune di Novara, nel 1961.
L’edificio oggi, oltre ad essere visitabile, viene anche spesso scelto come location, per matrimoni ed eventi importanti, proprio per la sua estrema eleganza e raffinatezza.
Passeggiando tra i viali del giardino e le sale della villa sembra di trovarsi in una casa ancora abitata, se ci si guarda intorno, ogni più piccola suppellettile e ogni più fine decoro hanno una storia da raccontare, e sembra quasi di udire, in lontananza, le sonore risa dei nobili dediti ai loro sollazzi vacanzieri.
Tra gli ambienti più ricchi ed eleganti è da citare sicuramente la Galleria delle Stagioni, una struttura architettonica che si apre verso il giardino con una serie di arcate.
La Galleria è uno spettacolo per gli occhi: le volte sono affrescate da episodi che raccontano storie della dea Diana, mentre le sculture, che rappresentano le Quattro Stagioni, impersonate dalle quattro divinità (Flora, Cerere, Bacco e Saturno), e lo Specchio di Narciso, sono state realizzate dallo scultore genovese Filippo Parodi.