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Clochard, dignità e vergogna

In Italia i senza tetto sarebbero 50mila, cifra in difetto poiché è quasi impossibile mappare il numero esatto così come lo è in ogni grande metropoli dove la situazione è, purtroppo, più preoccupante.
Le favelas brasiliane se confrontate con la “cartonpopoli” della stazione Tiburtina di Roma sembrano baraccopoli di quartieri residenziali. Il dramma è certamente lo stesso, ma la vergogna no.
Il via vai di barboni nel quartiere Porta Nuova di Torino è uguale a quello della stazione Centrale di Milano o della stazione Garibaldi di Napoli o della stazione Santa Lucia di Venezia ecc…
Ogni grande città ha un proprio singolare concentramento di barboni e l’arte di arrangiarsi per queste povere persone è uno dei maggiori drammi della terra.

A Parigi i clochard li troviamo sotto i ponti della Senna, a Montmartre, nei pressi della tour Eiffel e a Saint-Germain; a Londra, oltre che sotto i ponti del Tamigi, i circa 10 mila homeless stazionano nei centralissimi quartieri di Westminster, Buckingham Palace, Big Ben e nella City finanziaria;  a Madrid, come a Barcellona, sebbene non manchino strutture, mense ed aiuti, i senzatetto sono troppi, oltre 20 mila e dimorano negli aeroporti, nelle stazioni ferroviarie, sotto ponti e in mezzo ai cassonetti.
Gli homeless finiscono per strada per scelta o dramma.
Ma non tutte le storie dei barboni hanno a che fare con la “Leggenda del re pescatore”, né con le ideologiche “scelta di vita”, per la maggior parte si tratta di emarginazione, indifferenza sociale, malattia mentale. Ogni singolo sfortunato ha una storia dietro che andrebbe ascoltata, altrimenti saranno sempre “gli invisibili”.
Discorso a parte è per i migranti: inspiegabile aiutarli a sbarcare con navi, gommoni e barchette, per poi abbandonarli all’addiaccio con un cartone, una coperta e a chiedere l’elemosina davanti ai negozi.

Chi sono i barboni nella società del terzo millennio? Dobbiamo convincerci che sono davvero tutti bisognosi d’accoglienza, ma forse anche un investimento per voti  elettorali, come pure un significativo riferimento per scopi religiosi. Inoltre, avanti negli anni, potranno concorrere per un alloggio popolare, un posto di lavoro e altre tasse che incasserebbe lo Stato; certamente per una moltitudine di cittadini sono, ahimè, una presenza che dà fastidio.
Forse, questi figli di un Dio minore li dovremmo immaginare quando avevano cinque o sei anni, quando giocavano nel cortile di casa o sulle strade polverose dei loro paesi correndo e divertendosi con niente oppure, per quelli più fortunati, quando dai banchi di scuola declamavano alla maestra la poesia del Natale imparata a memoria.
Ma l’uomo del terzo millennio ha forse dimenticato di immaginare, preferendo l’indifferenza, tutelato da un Dio maggiore? No, in fondo la solidarietà non manca completamente. Pensate che nel 2019, grazie ad una iniziativa denominata The World’s Big Sleep Out, e organizzata dall’associazione scozzese Social Bite, circa 60 mila persone, tra cui molte star dello spettacolo, si sono accampate per una notte in oltre 50 città del mondo tra le quali Edimburgo, Madrid, Londra, New York, Sidney ecc, raccogliendo in favore dei senzatetto 50 milioni di dollari.

Bruno Cimino

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