La particella di Dio. Un segreto mai rivelato di Matteo Stefani è un’opera complessa, composta da diverse linee narrative che si svolgono lungo quasi un secolo, tra il 1921 e il 1992. È un romanzo che ha delle caratteristiche del genere thriller ma che tratta anche di reali scoperte scientifiche, mettendoci però una buona dose di fantasia. Da un certo punto di vista è anche un romanzo familiare, perché le vicende principali riguardano un uomo vissuto nei primi anni del Novecento, e i suoi nipoti e pronipoti. Il professore di Fisica, ricercatore e inventore Giorgio Fani è sicuramente il protagonista dell’opera, nonostante a molti dei personaggi sia data attenzione e spazio all’interno della trama; è un uomo dalle qualità straordinarie, che nel corso della sua vita è venuto in contatto con personalità importanti come Nikola Tesla ed Enrico Fermi, e anche grazie alle loro ricerche è riuscito a venire a capo di un’invenzione dalle tante applicazioni. Il romanzo infatti ruota intorno a un misterioso macchinario inventato dal professor Fani, e a una loggia segreta e dai fini controversi che da sempre ha voluto metterci le mani. Questo culto dalle origini antichissime è chiamato Assemblea Perpetua, ed è composto da fanatici pronti a tutto e dai grandi poteri, che spesso travalicano le abilità umane. Il macchinario misterioso progettato dall’inventore insieme al suo collega Aldo Sagacci permetterebbe il trasporto quantico mediante la Particella di Dio, un insieme di corpuscoli di luce verde. Una scoperta troppo importante e anche troppo pericolosa se finisse in mani sbagliate; per questo Fani decide di distruggere le sue ricerche e di nascondere le fiale del composto utilizzato per il macchinario. Ma l’Assemblea Perpetua non ha intenzione di cedere, e nel corso degli anni continuerà a cercare l’invenzione di Giorgio Fani, controllando ognuno dei suoi eredi. È così che l’autore ci porta quasi cent’anni dopo a fare la conoscenza della nipote e del pronipote dell’inventore, Paola e Mario. Ignari di essere i diretti discendenti di una personalità così geniale, perché Paola è cresciuta in un orfanotrofio, si ritrovano ad essere investiti di un importante compito, oltre ad avere la setta alle calcagna. Matteo Stefani imbastisce quindi un’avventura entusiasmante alternando presente e passato e mostrando le peripezie di Giorgio Fani e dei suoi discendenti; con una scrittura scorrevole e intrattenente e un ritmo incalzante, l’autore ci conduce in una vicenda ricca di colpi di scena, dove si riflette sul rapporto tra scienza e coscienza, e sulle conseguenze etiche delle scoperte scientifiche.
Giacomo Capodiferro