Il disturbo bipolare è una condizione psichica caratterizzata da repentini sbalzi di umore: chi ne è affetto passa rapidamente dall’euforia alla depressione, dalla gioia alla malinconia. Tale sindrome quindi pervade di una forte instabilità emotiva che limita nel portare a termine progetti e svolgere anche le più comuni attività nei casi di maggiore gravità. Durante i periodi “IN”, detti “di umore espanso”, la persona ha una stima delle proprie capacità superiore a quelle effettivamente possedute, vive nella convinzione di essere capace di fare tutto e per questo intraprende tanti progetti impegnativi e al di sopra delle proprie possibilità. Vengono quindi messe in atto attività altamente fuori luogo con ottimismo e leggerezza (investimenti rischiosi in borsa per esempio) essendo pienamente convinti che tutto andrà bene. Le conseguenze di questo sono ovviamene drammatiche, portando alla moltiplicazione di guai e situazioni difficili da gestire. Questa fase è accompagnata da un modo di parlare caratterizzato da tono alto e da un ritmo rapido e incalzante, difficile da interrompere e controllare per il soggetto. Tra gli altri sintomi che la caratterizzano si hanno: diminuito bisogno di sonno, distraibilità, fuga delle idee. Durante le fasi “OUT” invece si sperimenta un umore fortemente depresso, tristezza, malinconia. Non ci si sente capaci di fare nulla e si prova colpa per quello che si è intrapreso durante le fasi “IN”. Si ha una sensazione di svuotamento e mancanza di energia. Di riflesso l’eloquio è lento e limitato. Si hanno anche ipersonnia o insonnia, rallentamento motorio, difficoltà di concentrazione, frequenti pensieri negativi, di morte e legati al suicidio. L’età media di esordio del disturbo bipolare è di 18 anni ma è possibile che insorga durante tutto l’arco della vita. Si tratta di una patologia cronica che può essere tratta con la combinazione di psicoterapia e trattamento farmacologico, entrambi indispensabili per la buona riuscita del processo di cura.
Glenda Oddi