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Il Pitoui, uccello velenoso della Nuova Guinea

Avevo già scritto in passato a proposito dell’uso del veleno nel mondo animale: in ogni classe di vertebrati esistono specie he lo utilizzano, ma fino a pochi anni fa di pensava non esistessero ucceli velenosi. Nel 1989 però, l’ornitologo statunitense Jack Dumbacher, dell’Università di Chicago, durante una sessione di inanellamento finalizzata allo studio dell’Uccello del paradiso di Raggi (Paradisaea raggiana) in Nuova Guinea, catturò diversi individui Pitoui testanera (Pitohui dicrorus). Questo passeriforme di medie dimensioni appartiene alla Famiglia degli Oriolidae, come il nostrano Rigogolo, è una specie abbastanza comune in quell’area ed era già stato scoperto nel 1850.
Ma Dumbacher fece casualmente una scoperta rivoluzionaria: cercando di liberare un individuo dalle reti di inanellamento fu beccato su una mano dall’animale. La ferita sanguinò e il ricercatore istintivamente portò la mano alla bocca: quasi immediatamente avvertì un senso di torpore alle labbra e alla lingua. L’evento lo stupì e cercando di approfondire il fatto scoprì che gli indigeni consideravano la sua carne pessima e in grado di generare malessere se consumata, oltre ad avere un odore nauseabondo quando maneggiato. Allora Dumbacher sperimentò la sua ipotesi…leccando le penne dei Pitoui catturati. Ogni volta la sensazione di torpore si ripeteva, così il ricercatore ipotizzò la presenza di sostanza tossiche nelle penne dell’uccello. Nel mondo ornitologico questa ipotesi fu fortemente contestata perché non era conosciuto alcun uccello con tale caratteristica.
Alla vicenda si interessò anche John Daily, studioso del Dipartimento di Salute statunitense ed esperto di veleni animali, che certificò in laboratorio la presenza di sostanze tossiche nelle penne del Pitoui, in particolare una batracotossina simile a quella delle rane velenose sudamericane. Dumbacher scoprì in seguito altre 4 specie velenose e accertò che la concentrazione della sostanza tossica era variabile da un individuo a una altro e inoltre che, come nelle rane, anche per i Pitoui la tossina non viene prodotta da sè ma accumulata da una specie di Coleottero di cui l’uccello si ciba.

Daniele Capello

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