Una fabbrica che per oltre due generazioni ha permesso a migliaia di operai di lavorare e produrre bitume per tutta l’Europa è stata trasformata in un museo. Stiamo parlando della Fabbrica della famiglia Ancione, a Ragusa, città dove al boom del petrolio seguì quello del bitume.
Ed è qui che si apre il “Bitume – industrial platform of arts”, un progetto artistico nato con lo scopo di raccontare alle nuove generazione la storia di quei luoghi, di cosa è stato fatto, di chi li ha popolati. Senza nascondere la cruda realtà, ma senza dimenticare la poesia della narrazione e della storia.
Una memoria collettiva tramandata attraverso l’arte figurativa in tutte le sue forme ospitata nella vecchia fabbrica di bitume degli Ancione. Dice Vincenzo Cascone, il curatore di quest’iniziativa:
“La natura di questo luogo dove per anni si è lavorato e che fino ad un certo punto ha seguito le sorti economiche e politiche del paese è luogo dove ci sembrato possibile, assieme alla terza generazione della famiglia Ancione, avviare una riflessione sulla archeologia industriale, sull’origine stessa delle nostre città, attraverso il massimo della contemporaneità cioè quel circuito dell’arte dei muralisti che contribuisce a rileggere la nostra società post industriale”
L’arte, in questo caso, è storia, memoria, analisi e rilettura della realtà. Un’arte intrecciata con il tessuto stesso della città e volta a non far dimenticare quello che è stato e, magari, quello che potrà essere.
Domenico Attianese