La corsa accompagnata dalla raccolta dei rifiuti si diffonde rapidamente come nuovo trend.
La società contemporanea cambia rapidamente e questo comporta delle novità anche nel mondo dello sport con la nascita di nuove pratiche. Una di queste è il “plogging”, nome derivante dall’espressione svedese “plocka upp” che vuol dire “raccogliere, ripulire” e richiamante per assonanza anche il termine “jogging”. L’attività consiste, infatti, nel correre all’aperto e raccogliere strada facendo tutti i rifiuti che si trovano. Ѐ una pratica che crea un connubio tra corsa ed ecologia e che, non a caso, è nata in Svezia, paese particolarmente virtuoso nel suo rapporto con l’ambiente. Più precisamente la sua origine si deve attribuire a degli appassionati di jogging di Stoccolma amanti dell’ambiente. Le foto da loro postate sul social network Instagram della nuova attività hanno fatto in poco tempo il giro del mondo e diffuso la pratica come un nuovo trend. Colui che compie tale attività viene definito “plogger”, il suo abbigliamento si compone, oltre che degli indumenti caratteristici del corridore (pantaloncini, maglietta, scarpe da running) anche di un capiente sacco in cui riporre i rifiuti e spesso anche di una racchetta per raccoglierli. Questo nuovo sport è arrivato anche in Italia, infatti ogni anno dal 2015 si organizza “Keep Clean And Run (KCR)”, un’eco-maratona ispirata proprio al plogging. Alla base dell’iniziativa della KCR c’è la volontà di combattere il littering (abbandono di rifiuti nell’ambiente) sensibilizzando la popolazione e ripulendo le zone attraversate dagli sportivi. Per l’anno in corso l’attività ha preso la denominazione di “KCR for Peace”, prevista per aprile è stata rimandata a causa dell’emergenza pandemica a settembre. La partenza è in programma per il 3 settembre da Cortina d’Ampezzo, le varie tappe toccheranno alcuni tra i luoghi maggiormente segnati dalla storia della prima guerra mondiale fino ad arrivare il 10 settembre all’area portuale di Trieste.
Glenda Oddi