A te sembra di vincere, quando fai del male, ti sembra di essere forte, quando hai trascorso le ore preziose che ti sono state concesse per vivere, a ferire qualcuno, a tessergli intorno la rete della derisione, dell’isolamento, della vergogna, dell’ansia, della depressione. Ti sembra di essere spiritoso, solo perché hai usato il tuo tempo per beffeggiare, per sporcare la vita degli altri con parole ignobili, ma non sai che in molti luoghi ci sono persone deboli disposte perfino ad uccidersi per questo inarrestabile dolore che i codardi come te infliggono senza pietà, senza rimorso, senza alcuna umanità. Sai qual è il tuo grande problema? La tua anima deserta, la capacità che non hai di amare e di essere amato; il tuo modo unicamente violento di rapportarti con la tua stessa esistenza, oltre che con quella degli altri, il tuo non commuoverti mai, il tuo sentire unicamente rabbia, invidia, desiderio di dominio e di controllo. Il tuo problema è l’occasione che perdi costantemente di restare dentro te stesso, perché il tuo io è soltanto una stanza vuota e senza eco. Il tuo problema è la gioia che non vivi mai, la mancata dedizione alla dolcezza, al perdono, alla visione. Non sarai mai un visionario a causa delle tue ossessioni per le azioni lesive e gratuitamente meschine, quelle stesse azioni che ti impediscono di essere leggero, libero, autentico, al di fuori delle prigioni mentali, della disistima che non ti consente di esistere senza dipendere da un leader, senza subire l’apparente fascino del plagio.
Il tuo problema è la giornata da riempire senza una tastiera, senza uscire a guardare i fiori, a salutare chi non conosci, a rallegrarti senza capirne la ragione. Il tuo enorme problema è il disorientamento che manifesti quando intorno a te mancano i consensi, le approvazioni. E questa terribile esigenza di restare connesso senza di fatto comunicare. Il tuo problema sono gli odori che non senti più, perché li confondi con quelli virtuali, sono gli affetti che non hai, perché ti illudi che a darteli siano solo i profili, le sterili chat di gente della quale non hai mai scoperto il colore degli occhi.
A te sembra di essere soddisfatto e appagato, ma ti manca di essere un visionario, di capire che siamo stati messi al mondo, sulla terra, non su un social, per vivere, per esistere insieme agli altri, per confrontarci nel bene e nel male, per amore della vera verità e non di quella costruita ad hoc. Il tuo problema è che, mietendo vittime sul web, tu continuerai ad essere lo stesso profondamente infelice, senza fantasia, senza umanità, senza te stesso. Senza riempire di cose sacre la stanza vuota che è il tuo Io.
Il tuo problema è che consumi i tuoi minuti, le tue ore, i tuoi giorni, i tuoi anni, a far del male agli altri, mentre ti era stata donata una vita intera per essere felice e per aiutare il tuo prossimo a diventarlo insieme a te.
Puoi continuare a deridere, a fare i copia e incolla dei sentimenti degli altri, puoi arrancare in questo tuo sterile divertimento che è la tua ossessione. Puoi fare ciò che vuoi di questo mio scritto, costruirci una barchetta di carta e sputarci dentro. Ma il vero problema sei e resterai soltanto tu, fin quando la vita non ti schiaffeggerà umiliandoti nel nome di chi soffre, come farebbe un padre, insegnandoti a restare zitto per un solo istante, nella speranza che tu riesca almeno a piangere. E piangere, per quelli come te, sarebbe un grande successo.
Eleonora Giovannini