C’è un abbandono delle tradizionali motivazioni come mare, montagna, arte, sostituite con maggiore curiosità dalle “strade del vino”. È un progetto per far conoscere i percorsi che attraversano le zone a vocazione vitivinicola; per rendere più responsabile il consumo del vino proponendo uno sviluppo turistico nel rispetto dell’ambiente e del patrimonio culturale
Il profondo cambiamento della domanda e dell’offerta nel turismo è dovuto principalmente all’affermazione del nuovo paradigma economico del XXI secolo. Tutto ormai dipende dall’acquisita esperienza dei turisti nel momento in cui scelgono la vacanza. Sono tre i fattori principali che agiscono sulle preferenze di una località: autenticità, novità, qualità. Questo stravolgimento coinvolge gli addetti del settore perché devono tenere in considerazione l’abbandono delle tradizionali motivazioni come mare, montagna, arte, sostituite con maggiore curiosità dalle “strade del vino”. È un progetto con due obiettivi specifici: far conoscere i percorsi che attraversano le zone a vocazione vitivinicola del nostro Paese; rendere più responsabile il consumo del vino proponendo uno sviluppo turistico attuato nel rispetto dell’ambiente e del patrimonio culturale. Particolari tour originali tra vitigni, per apprezzare e conoscere le bellezze naturali delle località rurali italiane, sono alla base delle iniziative realizzate al fine di rilanciare il comparto economico.
La sfida italiana
Nel 1993 nasce il Movimento Turismo del Vino con lo scopo di favorire la visita ai luoghi di produzione del vino, nella convinzione di accrescere la conoscenza dell’enologia e la consapevolezza del territorio, senza tralasciare la cultura locale (beni storici). Il Movimento del Turismo del Vino vuole incrementare il flusso dei visitatori diretto ai luoghi di produzione enologica sulla base della famosa frase: “vedi cosa bevi”. Si comprende con maggiore convinzione la possibilità che le cantine possano attrarre visitatori al pari di un museo o addirittura di un’abbazia; spesso si trovano in luoghi molto suggestivi, come castelli, borghi medioevali, ville del Rinascimento. Nelle tipiche grotte dove è conservato il vino è possibile ritrovare testimonianze storiche oppure opere d’arte; alcune hanno piccoli musei, altre ristoranti nei quali gustare la cucina tipica delle aree vitivinicole italiane. L’associazione organizza, ogni anno alla fine di maggio, “Cantine Aperte”, un’iniziativa durante la quale i produttori accolgono i visitatori e gli offrono il loro vino. Conviene ricordare che Cantine Aperte è divenuta dal 1998 un grande evento internazionale (Wineday). Con la stessa finalità opera l’associazione Città del Vino, costituita nel 1987, la quale unisce 244 comuni e città d’Italia che legano il loro nome al mondo dell’enologia. Tra gli obiettivi risaltano il forte legame tra cultura ed enologia; la presenza alle iniziative di promozione del vino in mostre, convegni e fiere; favorire un legame tra produzioni di qualità e commercio locale valorizzando il ruolo dei centri storici. La maggior parte delle aziende produttrici della bevanda di Bacco ha colto appieno il plus di mercato, generato da una forte integrazione con il territorio, proprio quando è riconosciuto e gestito nei suoi aspetti di qualità e identità: il paesaggio, l’edilizia rurale tradizionale, i centri storici, la gastronomia, le tradizioni locali, l’ambiente naturale, i mestieri e le produzioni tipiche.
I distretti turistici del vino
È importante valorizzare il legame tra turismo e vino, al fine di identificare strategie promozionali e commerciali che consentano di utilizzarlo come “ambasciatore” delle particolari aree e località storiche. Questa azione non si limita al nostro Paese. È bene ricordare che il vino è uno degli elementi che caratterizzano positivamente l’immagine dell’Italia all’estero. La promozione turistica di una località non comprende soltanto l’arte, la cultura, le bellezze naturali. Sono i prodotti caratteristici di un luogo a rappresentare quell’area nei mercati internazionali e nazionali, una sorta di “ambasciatori” di sapori, di odori, di idee, di contenuti, di espressioni sociali. La presenza di questi “ambasciatori inconsapevoli” ha una duplice valenza: aumentare i consumi verso l’acquisto dei prodotti turistici italiani; presentare ai turisti stranieri in Italia i diversi prodotti tipici facilitando il loro acquisto nei Paesi di provenienza.
Francesco Fravolini