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Arte & Cultura

45 anni fa nasceva il Punk delle Kandeggina

Le Kandeggina Gang nascevano nel 1979 con la leader Jo Squillo  

Quarantacinque anni fa nascevano le Kandeggina Gang, il primo gruppo Punk italiano formato da sole ragazze. La leader era una giovanissima Jo Squillo, che allora si faceva ancora chiamare col nome all’anagrafe, Giovanna Coletti. Erano gli anni in cui l’Italia, soprattutto le gradi città, viveva nel grigio “regime” degli anni di piombo, gli anni in cui la società giovanile iniziava a polarizzarsi tra l’impegno politico, che coinvolgeva la musica e la cultura in genere, e la voglia di spensieratezza, di disimpegno, miccia che dopo un lustro avrebbe dato vita al movimento dei paninari. Negli anni settanta il Punk arriva nel nostro paese, ma c’è tanta confusione attorno a questa cultura, che arrivava dall’influenza britannica dei Sex Pistols e dei Clash. Soprattutto si parlava di Punk senza conoscerlo, con una imbarazzante superficialità: pensate che nel 1978 Anna Oxa fu definita “punk” per il look che presentò al Festival di Sanremo con la canzone “Un’emozione da poco”. Era considerata “punk” Donatella Rettore e perfino Edorado Bennato. Roba da matti. 

Chi invece si definiva Punk, essendolo davvero, fu il gruppo milanese della Kandeggina Gang, formato da quattro ragazze grintose, decise, che cantavano brani coraggiosi ed impertinenti. Una caratteristica che creava “timore” nei ragazzi che, malgrado le lotte di emancipazione femminile del ’68 e del ’77, non erano abituati a vedere giovani coetanee così dure e dirette nel modo di esperimersi sul palco. Soprattutto, non erano abituati a vedere una band tutta al femminile. 

I loro nomi erano Giovanna Coletti, Marghie Gianni, Elena e Daniela e gli strumenti  su cui si fondava il gruppo erano il basso, la chitarra e la batteria. Giovanna, poi Jo Squillo, era la cantante. Voce graffiante, acuta, aspra e penetrante, che esprimeva testi nuovi e scandalosi per allora: “orrore, orrore, mi fai vomitare, vicino a te, mi stento male…”, oppure “sono cattiva se la sera mi gira, prendo il coltello ti stravolgo il cervello”, quest’ultima prendendo spunto da una lite tra madre e figlia. Il titolo del brano è “Sono cattiva”.  Jo Squillo si esprimeva così ad una trasmisisone Tv del 1980: “a volte cattiva lo devi essere sul serio, anche perchè noi giovani veniamo additati come persone che non hanno voglia di far nulla, come dei fannulloni. Non è così, noi abbiamo in mano il futuro e ce ne rendiamo conto. A volte vorremmo avere rapporti più morbidi col mondo degli adulti, ma di fronte alle loro critiche, ci sentiamo di essere cattive”.

Le Kandeggina Gang realizzarono il 33 giri “Sono Cattiva/Orrore”, con i due brani che davano il nome al disco stesso. “Orrore” invece è la dura critica di una ragazza verso il un mondo machile, formato da repressi che pensano solo al sesso e alle proprie potenzialità a letto. E questo approccio alle Kandeggina Gand  fa, appunto, “Orrore”

Questa band si era formata nel 1979, all’interno del Centro Sociale Santa Marta di Milano: “Era un bellissimo edificio del Settecento dentro al quale fummo investiti da una tempesta artistica. C’erano gruppi teatrali, laboratori di scenografia, sale prove, manifesti di Demetrio Stratos e le band del rock demenziale: i Kaos Rock e le Kandeggina Gang. La pacchia durò poco più di un anno, poi la Milano craxiana s’ingoiò il Santa Marta come un aperitivo, senza nemmeno l’olivetta di una piccola contestazione”, scrive Marco Philopat sul sito rivista.clionet.it.

Altre canzoni delle Kangeggina sono “Violentami sul metrò”, un brano che oggi risulterebbe quantomeno inopportuno, allora divise l’opinione pubblica, tra chi lo vedeva come una spinta eccessiva e di cattivissimo gusto alla liberazione sessuale femminile e altri, che dicevano fosse una provocazione al mondo maschilista. 

Altro brano della Kandeggina Gang era “Skizzo skizzo”, che trattava la tematica della voglia di non essere conformi alle mode e alle imposizioni della società.   

Perchè Kandeggina? La narrazione dice che quel nome fu coniato per dare l’immagine di una band che “sbiancasse e corrodesse” la musica precedente, per ricominciare daccapo con un nuovo genere. Era una band che promuoveva la lotta all’emancipazione femminile con tematiche pratiche, che riguardavano il mondo femminile nella quaotidianità, come la proposta dei Tampax gratuiti.  L’ 8 marzo 1980 parteciparono ad un concerto in Piazza Duomo a Milano, davanti allo striscione che promuoveva la loro iniztiva e lanciarono al pubblico assorbenti macchiati di rosso.  

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