Che l’emergenza climatica sia ormai allarmante è noto a tutti, o meglio, a tutti coloro che non hanno interessi politici ed economi a negarla. Un’emergenza clima che nei prossimi anni, non nei prossimi decenni, porterà sofferenza a centinaia di milioni di persone in tutto il mondo. Come ha già iniziato a fare.
Questa vera e propria ecatombe dell’umanità non si potrà evitare se non ci saranno dei sostanziali, repentini e radicali cambiamenti per quanto riguarda tutte le attività umane che influiscono sulal produzione di gas serra e quindi, direttamente, sui cambiamenti climatici.
Un dato allarmante prodotto da uno studio della rivista “Bio Science” dove oltre 11.000 ricercatori di 153 paesi (oltre 200 italiani). Uno studio nato da oltre 40 anni di dati scientifici analizzati. E il risultato è stato non solo tragico, ma categorico: o le cose cambiano subito, e subito vuol dire mentre state leggendo questo articolo o poco più, o non ci sarà più speranza:
“Si tratta di un obbligo morale, per noi scienziati, lanciare un chiaro allarme all’umanità in presenza di una minaccia catastrofica”.
Minaccia catastrofica che non solo gli scienziati hanno ritrovato in specifici segnali dell’attività umana come la riduzione della presenza di alberi su pianeta, lo scioglimento dei ghiacciai, l’aumento della popolazione animale, l’aumento della produzione di CO2 etc., ma che risalgono a decenni fa e che le grandi compagnie petrolifere americane, come venuto fuori chiaramente da un’interrogazione di Alexandria Ocasio Cortez in America, conoscevano già precisamente.
Gli obiettivi chiave che si devono raggiungere, tuttavia, oltre alla profonda trasformazione di come funziona la società, sono sei:
- Riformare il settore energetico puntando alle energie rinnovabili.
- Ridurre gli agenti inquinanti.
- Salvaguardare gli ecosistemi naturali.
- Salvaguardare le popolazione con una maggior giustizia sociale ed economica.
- Ridurre il consumo di carne e ottimizzare le risorse alimentari.
- Passare ad un’economia totalmente carbon-free.
Ci riusciremo? O meglio, ci riusciremo in tempo?
Domenico Attianese