Un grande passo avanti per l’Albania, in favore della comunità LGBTQ+. Seppure per molti, sia ancora lunga la strada che deve compiere il Paese nella lotta alle discriminazioni, arriva uno spiraglio di speranza fondamentale. Infatti, l’Ordine degli Psicologi albanese ha reso noto il divieto delle terapie di conversione su soggetti minorenni e vulnerabili. A darne notizia, la presidente dell’Ordine, Valbona Treska, la quale ha sottolineato come la pratica in questione è arcaica e non etica, contrastante con i diritti umani e le libertà fondamentali. La terapia di conversione, chiamata anche “terapia riparativa” o di “riorentamento sessuale”, si pone l’obiettivo di poter cambiare l’orientamento sessuale di una persona.
Tra ipnosi e scosse elettriche, la pratica è stata screditata da medici e psicoterapeuti di tutto il mondo, la quale inoltre potrebbe anche condurre le persone a depressione e suicidio. Dunque, dopo essere stata condannata dal Parlamento europeo, dalla World Psychiatric Association, dalle Nazioni Unite e dalla Pan American Health Organization, anche l’Albania ha preso le mosse da questa teoria, inserendosi come terzo Paese dell’Europa, dopo Malta e Germania. L’Albania, quindi, ha stabilito che qualsiasi psicologo venga sorpreso a praticarla, incorrerà in sanzioni disciplinari notevoli.
Allo stesso modo, è fondamentale ricordare che l’Albania ha preso anche altri provvedimenti sempre a favore della comunità LGBTQ+, come la legge contro le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere dal 2010. Insomma, se da un lato la strada è ancora molto lunga, dall’altro i risultati cominciano ad emergere.
Giulia Baldini