Anna Frank, con il proprio diario, è stata una delle testimoni più importanti della tragedia nazista
Uno dei simboli più forti del giorno della memoria è senza dubbio la figura di Anna Frank, la bambina costretta a nascondersi in un alloggio di Amsterdam, per sfuggire alla malvagia e criminale morsa del nazismo. Annelies Marie, questo era il suo nome per esteso, sognava di diventare scrittrrice, era di famiglia ebrea e, nell’Europa nazifasista degli anni trenta e quaranta, questa appartenenza religiosa era considerata una colpa, da punire con lo sterminio.
Anna Frank nasce a Francoforte il 12 giugno 1929, ha una sorella, Margot, di tre anni più grande, la madre si chiama Edith, il padre Otto: la Germania è in una profonda crisi e Adolf Hitlet vede crescere sempre più la propria popolarità, usando anche l’arma dell’antisemitismo. Una situazione insostenibile per tante famiglie ebree: quella di Anna Frank decide di trasferirsi nei Paesi Bassi, ad Amsterdam. Otto Frank avvia un’attività in proprio, nel ramo dei prodotti alimentari; le cose sembrano andare bene per quel nucleo ma, l’inizio della seconda guerra mondiale, porta il terrore nel vecchio continente. E’ il 1939 e Anna ha 10 anni. Dopo la Polonia, Hitler invade i Paesi Bassi, sconfiggendo l’esercito locale ed instaurando leggi terribili per gli ebrei. La famiglia Frank è costretta a nascondersi nel retro dell’edificio che accoglieva l’attività del padre, ormai chiusa, perchè gli ebrei non potevano avere imprese proprie. Anna inizia a scrivere un diario, mette giù ciò che accade in quella situazione di clandestinità, i propri pensieri e le proprie emozioni. Il titolo di quel Diario è “Casa sul retro”. Quel nascondiglio era abitato anche da altre due famiglie ebree; erano otto i rifugiati, in poco più di 50 metri quadrati. Dovevano tutti stare attenti a non fare rumore, per non attirare l’attenzione di vicini e passanti. In quel rifuglio Anna visse circa due anni; il 4 agosto 1944 qualcuno fece la spia, i nazisti scovarono il nascondiglio e tutti gli otto presenti furono arrestati. I Frank vennero deportati ad Auschwitz: la madre fu uccisa, Anna e Margot perirono di tifo. Sopravvisse solo il padre che, dopo la guerra, tornato ad Amsterdam, trovò nel nascondiglio quel diario scritto dalla figlia e lo diede alle stampe. Da quel momento prese vita una testimonianza preziosa di cosa significa la dittatura, l’odio e la prevaricazione tra gli uomini.
Il Diario di Anna Frank è un monito, per tutti noi, di quanto sia importante apprezzare e valorizzare il vivere in una paese civile e democratico.