Il CIWF pone una domanda moto seria: “Di quante altre nuove pandemie abbiamo bisogno per capire che questo sistema va cambiato, e subito?”
Le strategie in atto per una risposta a questo interrogativo sono il lavoro che coinvolgono oltre 70 associazioni in difesa dei diritti degli animali e dell’ambiente. Molto attive, da tempo, oltre al CIWS, i prima linea ci sono Animal Equality e Essere Animali. Tutte remano dalla stessa parte per raggiungere lo stesso obiettivo.
Servono provvedimenti urgenti, pur sapendo che quando si ha a che fare con ministeri e organi istituzionali, nazionali ed europei non si fa mai giorno. Purtroppo non c’è un altro modo per risolvere i problemi che riscontriamo giorno per giorno in merito alle devastazioni naturali ed al massacro degli animali. E questo non da oggi, ma da troppi anni: “Solo in Italia – ci fa sapere Essere Animali – il virus H7N7, noto più comunemente come ‘aviaria’, ha ucciso più di un milione di animali tra polli, galline e tacchini.
Il Covid-19 lo ha messo chiaramente in evidenza: non possiamo più occuparci della salute pubblica senza rivedere il modo in cui ci rapportiamo agli animali, dall’allevamento alla loro commercializzazione. Il 70% delle malattie infettive che hanno colpito gli esseri umani negli ultimi decenni sono infatti di origine animale, e il Covid-19 non fa eccezione: abbiamo raggiunto il triste numero di 320 mila morti e 4 milioni e 700 mila contagi in tutto il mondo, con effetti devastanti anche sul sistema economico globale. E stiamo subendo questa ecatombe senza neanche un colpevole.
La prossima pandemia, potenzialmente peggiore di quella attuale, potrebbe originarsi da quella che oggi è la modalità di produzione alimentare standard nelle parti più sviluppate del mondo: gli allevamenti intensivi.
L’appello all’Ue é imperativo: stop agli allevamenti intensivi e al commercio di animali selvatici. Ma c’è di più nel complesso documento “Green Deel” che la Commissione Europea sta preparando per combattere il cambiamento climatico, e che impegnerà Europarlamentari e autorità competenti. Si tratta di una serie di linee guida a cui gli Stati europei dovranno attenersi e, come dicevamo, di mettere la parola fine agli allevamenti intensivi, orami riconosciuti come una bomba ad orologeria, al commercio di animali esotici, non di meno di prendere provvedimenti fondamentali per proteggere la biodiversità, quindi per il benessere degli animali e la salute delle persone.
Le decisioni che i governi avranno il dovere di prendere decideranno il destino delle generazioni future e del nostro Pianeta, soprattutto in tema ambientale, animale e di salute pubblica.
Se il problema è ben chiaro allora un futuro migliore sarà possibile se c’è volontà, coscienza e onesta di lavorare senza sovrapposizioni o interessi di parte, scientifici, politici o associativi.
Bruno Cimino