Importante scoperta archeologica nella Valle Giumentina.
L’Abruzzo ha un tesoro naturale ancora poco conosciuto in Italia. Vanta infatti ben quattro parchi, tre nazionali (della Majella; di Abruzzo, Lazio e Molise e del Gran Sasso e Monti della Laga) e un parco regionale (del Velino-Sirente). Ma questi territori incontaminati non regalano solo grandi soddisfazioni agli appassionati di escursionismo, il 4 giungo scorso, infatti, è stato effettuato un sopralluogo per verificare la natura di un elemento lapideo segnalato nella Valle Giumentina, una della aree più suggestive della Majella. Ad operare l’intervento autoptico sono stati gli amministratori di Abbateggio (PE), comune in cui ricade l’area, e il prof. Lucio Zazzara, Presidente del Parco Nazionale della Majella. La pietra è risultata avere un’altezza di 2,30 cm, un profilo antropomorfo e strani segni che attendono di essere interpretati. Ad una prima analisi è identificabile con un menhir riconducibile al periodo neolitico. I menhir sono elementi monolitici eretti principalmente durante il periodo del neolitico e caratterizzati spesso da dimensioni considerevoli. La loro finalità era prettamente sacra o sepolcrale: segnalavano sepolture, rappresentavano divinità o contrassegnavano territori dall’importante valenza religiosa. L’elemento archeologico rinvenuto presso la Majella è quindi testimonianza delle popolazioni presenti nel luogo in epoca preistorica. Secondo l’intento iniziale il Parco della Majella collaborerà con la Soprintendenza Archeologico per metterlo in sicurezza e renderlo fruibile. Al già ricco patrimonio archeologico dell’Abruzzo si aggiunge un‘altra importante testimonianza storica, questa volta, per giunta, di un periodo ancora poco conosciuto ed indagato, quello dell’epoca preistorica.
Glenda Oddi