Il primo progetto della “Società Italiana di medicina narrativa”.
E’ nato un progetto che intende creare migliori relazioni comunicative ed empatiche tra medico e paziente. “Con il termine di Medicina Narrativa” (mutuato dall’inglese Narrative Medicine) si intende una metodologia d’intervento clinico-assistenziale basata su una specifica competenza comunicativa”. Questo quanto si legge nella pagina web della Società Italiana di Medicina Narrativa (SIMeN). “La narrazione – prosegue la presentazione – è lo strumento fondamentale per acquisire, comprendere e integrare i diversi punti di vista di quanti intervengono nella malattia e nel processo di cura”. “A quale fine fare entrare la narrazione nel processo di cura?” ci si potrebbe chiedere. “Il fine – sono sempre loro a dire – è la costruzione condivisa di un percorso di cura personalizzato (storia di cura)”.
Ma di quale tipo di narrazione si sta parlando? Proseguendo con la lettura sì apprende che ciò che interessa è porre attenzione alla pluralità di prospettive, sì da rendere le decisioni clinico-assistenziali più complete, personalizzate, efficaci e appropriate. Ciò significa che sarà centrale tenere conto tanto della narrazione del paziente, quanto di chi se ne prende cura. Quindi non più un paziente succube delle altrui scelte terapeutiche, quanto piuttosto un soggetto attivo e direttamente coinvolto nelle decisioni. Le persone, così proprio attraverso le loro storie, diventano protagoniste del processo di cura”
Decisamente un bel cambio di paradigma per il quale gli stessi medici necessitano di un percorso di formazione. Ed infatti è partito anche in Italia il primo progetto finalizzato a validare l’efficacia della Medicina Narrativa e a valutarne l’impatto nella pratica clinica. La Regione coinvolta è il Piemonte dove sono stati attivati veri e propri percorsi laboratoriali. L’innovativo progetto avviato da SIMeN si chiama “NAME” e ad oggi viene portato avanti in quattro città piemontesi: Novara, Torino, Alessandria e Cuneo.
In tutte queste realtà, dal mese di maggio 2023 sono stati allestiti “laboratori narrativi”. Alla formazione prendono parte professionalità diverse tra medici specialisti, infermieri, farmacisti ospedalieri, personale delle Direzioni generali e sanitarie. Si auspica così, tramite l’empatia e le acquisite abilità comunicative, di pervenire ad un miglioramento delle relazioni e quindi anche dell’approccio terapeutico.
Di Maria Teresa Biscarini