Tra storia, architettura di pregio e leggende, un angolo bellissimo di Puglia che merita d’esser visitato
In Puglia c’è un angolo di terra tanto bello quanto maledetto, ed il motivo è presto detto. Tale posto si trova nell’suggestivo Bosco di Scoparella, dove sorge anche l’Acquedotto Pugliese ed è legato ad una storia sinistra. In questo angolo di natura infatti sorge lo Jazzo del Demonio che, con la sua centenaria quercia e la leggenda da cui prende il nome, attira attorno a sé l’interesse dei turisti e scolaresche e turisti che in questo percorso vengono a ricercare vari sentieri naturali che si snodano in tutta l’aria. Per “Jazzo” (dal lat. iacere, giacere) si intende un particolare recinto per greggi, di uso comune nel territorio della Murgia e del Gargano, costruito lungo i tratturi e destinato al ricovero temporaneo delle pecore durante il lungo viaggio della transumanza.
Qual è la leggenda alla base di questo ambiguo toponimo?
La storia narra che in una notte del passato agreste del 1870, sotto una luna piena e gli ululati dei lupi, tra timori e paure, due pastori con il loro gregge in pascolo, si trovarono preda di un violento temporale trovarono rifugio in una costruzione abbandonata, sita nell’area della leggenda. Mentre i due si scaldavano attorno al fuoco, i cani corsi e i mastini iniziarono ad abbaiare per circa mezz’ora, ma, all’improvviso un silenzio inquietante si riversò su tutto il territorio.
Qualcuno bussò alla porta, interrompendo il silenzio. I due pastori, impauriti, si fecero coraggio udendo le parole di un malandante rauco che aveva perso il cammino, che quindi i due invitarono ad entrare e lo ospitarono. Lo fecero accomodare attorno al fuoco, ma, improvvisamente i due si accorsero che l’uomo aveva degli zoccoli pelosi. I due pastori capirono immediatamente di chi si trattasse e andarono a rifugiarsi sotto un crocifisso di ferro, mentre, il demonio denudatosi degli stracci, li guardò e sparì lasciando dietro di sé l’odore tipico dello zolfo.
Dopo aver trascorso una notte buia e fredda in preda al terrore, la mattina seguente, i due pastori si recarono al gregge e dai cani che, stranamente, erano sopravvissuti a quell’incontro. Di lì nacque la leggenda che i cani dei pastori, oltre a essere feroci, fossero addirittura in grado di affrontare perfino il demonio. che aveva perso il cammino.
Nacque così la leggenda che avvolge lo “Jazzo del Demonio”.
Il pregio del sito, è notevole, sia per la varietà di flora locale come anche per i richiami architettonici funzionali alla destinazione della struttura stessa. Costruita in pietra a secco, il materiale è ricavato dallo spietramento dell’area stessa. Curiosi e di pregio sono gli elementi para-lupi che si inseriscono nei muri di recinzione esterna: elementi in pietra che aggettano orizzontalmente dal muretto in fuori, per evitare appunto lo scavalcamento del muretto dei lupi, così da mantenere sicuri e protetti i greggi che ivi stazionavano.
Questo posto, in cui si fondono passato, architettura, leggende e bellezza paesaggistica, merita sicuramente una passeggiata all’insegna della scoperta e del relax, all’ombra della secolare quercia che accoglierà bonaria tutti i viandanti… e magari anche il demonio stesso!7
Marino Ceci