La pianista siciliana ha focalizzato seguendo una scelta emozionale di miniature musicali del periodo romantico
Musica protagonista con l’uscita dell’album ‘Gocce di Romanticismo’ di Guendalina Consoli (foto di Luca Guarneri), presente in tutte le piattaforme digitali dall’8 dicembre 2023 e fisicamente in tutti i negozi musicali dal 22 dicembre. Il disco esce su etichetta Trp Music ed è un progetto discografico che la pianista siciliana ha focalizzato seguendo una scelta emozionale di miniature musicali del periodo romantico. L’itinerario artistico selezionato comprende brani in “piccola forma” di Liszt, Chopin, Abelardo, Glinka, Massenet, Debussy e Fanny Mendelssohn: gocce in grado di concentrare in poco tempo la vasta concezione poetica e musicale dello specifico artista, dando la possibilità all’interprete e all’ascoltatore di “viaggiare” senza mai rimanere vincolato ad un unico “luogo”, concedendosi e concedendo libertà.
L’album
Sono presenti i generi romantici più popolari, dal Notturno, “esplorato” in tutte le sue declinazioni (malinconia, amore, bellezza, drammaticità) all’Intermezzo, dall’Arabesque alle forme di danza del Valzer e del Tango. Un mix di poliedriche sonorità che riflettono sensualità e misticismo, redenzione e peccato, passione ed abbandono per un disco, il primo della nuova stagione classica 2023/24 della Trp Music che riflette grinta, sentimento, determinazione. Con Guendalina Consoli cerchiamo di conoscere il messaggio musicale dell’album e, più in generale, la situazione sociale di questo momento storico.
Guendalina, perché hai scelto una musica emozionale e romantica?
«Perché non siamo più abituati ad utilizzare pienamente e correttamente il nostro emisfero cerebrale destro: quello della creatività, dell’immaginazione, della fantasia, dell’empatia, delle intuizioni. Bisogna allenarlo maggiormente e lasciargli ricevere molti più stimoli. Siamo arroccati nei nostri pensieri razionali (emisfero cerebrale sinistro), giudichiamo e critichiamo tutto, non ci commuoviamo più davanti ad un tramonto, guardando le stelle, leggendo la pagina di un bel libro, non abbiamo più nemmeno il tempo di farlo. Stiamo seduti uno di fronte all’altro e magari non ci guardiamo negli occhi ma teniamo in mano il cellulare per postare qualcosa o messaggiare, non siamo più nemmeno abituati ad ascoltare noi stessi figuriamoci gli altri. La musica ha ancora questa magica capacità, l’ha sempre avuta: ascolti un notturno, chiudi gli occhi ed inizi a sognare lasciandoti trasportare da ogni singolo suono».
Qual è il messaggio che vuoi mandare con questo album?
«”Siamo tutti in tutto…” non abbiamo piena consapevolezza di ciò né di quanto profondo sia il legame con qualunque essere di questo pianeta a prescindere dai confini, dalle distanze, dalle differenze che ci caratterizzano e ci contraddistinguono. La musica è un linguaggio universale dal potente potere comunicativo e noi musicisti abbiamo il privilegio di poterlo mettere a frutto, cercando di raggiungere quante più persone possibili ed avvicinarle a questo meraviglioso mondo a prescindere dal fatto che abbiano o meno avuto la possibilità, l’opportunità e la voglia di farlo. Il messaggio pertanto non può essere didascalico ma immediato, spontaneo, sincero e facilmente fruibile grazie a brevi istanti di musica; ecco perché ritengo che la “goccia” sia la quantità sufficiente per instillare la curiosità».
Che importanza attribuisci al periodo romantico?
«Fondamentale in quanto considero l’intero periodo fortemente e profondamente evocativo e suggestivo in tutte le sue espressioni (letteratura, musica, pittura, danza). Scandaglia gli aspetti più controversi ed insieme più affascinanti dell’animo umano, ponendo ogni individuo di fronte alle sue fragilità, le sue debolezze, i suoi limiti, le sue contraddizioni, le sue irrequietezze ed i suoi tormenti. Porta ad un’analisi completa delle singole individualità che fanno parte del tutto e compartecipano influenzandosi ed arricchendosi reciprocamente come le gocce. Il legame del Romanticismo con la natura è intrinseco ma anche di questo ci siamo un po’ dimenticati. E pensare che proprio attraverso la musica possiamo non limitarci alla riproduzione esatta della stessa ma riallacciarci ai collegamenti pieni di mistero fra natura ed immaginazione».
Francesco Fravolini